Fatto il caffè, la capsula si getta nell’umido
Il 3 marzo Novamont e Lavazza hanno presentato a Milano la prima capsula italiana completamente compostabile per caffè espresso. Frutto di un lavoro di ricerca durato cinque anni, sarà pronta nella seconda metà del 2015 per essere commercializzata a partire dal 2016. Compatibile con le macchine per caffè della serie Minù e disponibile per due miscele 100% arabica, verrà realizzata in Mater-Bi 3G.
La terza generazione di Mater-Bi si caratterizza per un più alto contenuto di materie prime rinnovabili e l’aspetto su cui ha puntato Lavazza con questa capsula è proprio il suo fine vita. Oggi, nel modello lineare di produzione-consumo-smaltimento, il prodotto diventato rifiuto viene avviato in discarica o all’incenerimento. Applicando invece il principio “zero waste” dell’economia circolare, secondo il quale niente è rifiuto ma tutto torna a essere risorsa, con grandi benefici per l’ambiente, la nuova capsula, una volta usata, può essere gettata nella frazione umida dei rifiuti e avviata al compostaggio industriale insieme al caffè esausto. “Oggi presentiamo molto di più di una soluzione tecnica che migliora la sostenibilità ambientale di un prodotto. Attraverso la prima capsula compostabile per caffè espresso sviluppata insieme a Lavazza, che impiega Mater-Bi di terza generazione, possiamo mostrare in concreto le potenzialità della bioeconomia, intesa come rigenerazione territoriale e non come semplice uso di materie prime rinnovabili. Il modello che abbiamo ideato e che stiamo da tanti anni mettendo in pratica, è quello delle bioraffinerie integrate nel territorio, dedicate ai prodotti ad alto valore aggiunto, quali prodotti chimici e plastiche bio”, ha spiegato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.
Il Mater-Bi di terza generazione con cui verranno realizzate le capsule per caffè espresso Lavazza viene prodotto attraverso una filiera che coinvolge ben tre siti produttivi italiani, Terni, Patrica e Porto Torres. Grazie alle tecnologie sviluppate negli anni dalla ricerca Novamont, questi siti, non più competitivi, sono stati rivitalizzati in innovativi impianti industriali, generando lavoro, nuovi prodotti e nuove filiere, creando ponti tra settori diversi e trasformando scarti in risorse. A Porto Torres è appena entrata in funzione la bioraffineria Matrìca (joint venture tra Novamont e Versalis), che utilizza la nuova tecnologia Novamont per produrre a livello industriale acido azelaico, uno degli l’ingredienti che caratterizza il Mater-Bi di terza generazione a partire da una filiera agricola integrata. “È importante sapere che dietro a un piccolo gesto quotidiano, legato a un rito e a un piacere come quello del caffè, grazie alla nuova capsula compostabile Lavazza potrà esserci non solo una migliore salvaguardia dell’ambiente, ma anche opportunità di sviluppo, in un’ottica di filiera integrata nel territorio e di rispetto per la biodiversità”, ha aggiunto Bastioli.
“È una tappa storica per Lavazza. Proprio nell’anno in cui celebriamo i nostri 120 anni, che coincidono con Expo - dove Lavazza è caffè ufficiale di Padiglione Italia - la capsula compostabile è un esempio concreto di sintesi virtuosa tra innovazione, sostenibilità e qualità. Con questo prodotto il nostro obiettivo è garantire al consumatore una gratificazione emozionale attraverso un caffè espresso perfetto e condividere buone pratiche e comportamenti sostenibili”, ha commentato Marco Lavazza, vicepresidente di Lavazza.