Gianluca Melli, Unindustria Reggio Emilia, interviene sulla plastic tax

(Foto sito internet Unindustria Reggio Emilia)

“Il mancato annullamento della plastic tax penalizzerà anche il distretto gomma-plastica reggiano, primo in Emilia-Romagna per concentrazione di imprese”. A sostenerlo è Gianluca Melli (nella foto), presidente del Gruppo Gomma Materie Plastiche di Unindustria Reggio Emilia, in un comunicato stampa. Il comparto associa oltre 60 aziende in cui lavorano 4.600 dipendenti, per un fatturato complessivo superiore al miliardo e mezzo di euro.

Il Governo, dopo oltre quattro anni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio che ha istituito la plastic tax, ha inserito nel Decreto Milleproroghe la decorrenza del 1° luglio quale data per l’entrata in vigore del tributo, spiega il comunicato. A questo si aggiunge la minaccia di Bruxelles, dove a inizio febbraio Parlamento, Commissione e Consiglio europei nel Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi hanno indicato il riuso e non il riciclo come unica via maestra per la transizione ecologica. Una questione che tornerà sul tavolo europeo il 4 marzo.

“La plastic tax”, prosegue Melli, “impatterebbe negativamente su numerose filiere industriali, come quella agricola, alimentare o cosmetica, solo per citarne alcune tra le più rilevanti, dove gli imballaggi in plastica sono fondamentali. L’impostazione attuale, inoltre, non predispone un circolo virtuoso legato a un impiego consapevole delle materie plastiche, prevedendo invece un approccio unicamente punitivo”.

“Il packaging in materiale plastico, è bene ricordarlo” aggiunge il presidente del Gruppo Gomma Materie Plastiche di Unindustria Reggio Emilia, “ha consentito di rispettare requisiti igienici sempre più stringenti e di incrementare la durata di molti prodotti alimentari, riducendo gli sprechi in modo significativo. Rispetto all’impatto ambientale i prodotti in plastica inoltre mostrano prestazioni migliori rispetto alle altre categorie di materiali, grazie alla loro leggerezza e semplicità di lavorazione. Le criticità riguardano principalmente l’abbandono nell’ambiente, oltre alla gestione e allo smaltimento. Un processo, quest’ultimo che, se non avviene in modo corretto, limita la quantità di materiale da recuperare e riciclare attraverso filiere già esistenti e collaudate a livello industriale”.

“In questo senso risulta fondamentale la corretta sensibilizzazione e educazione al corretto utilizzo e riciclo dei prodotti realizzati in materiale plastico. Tutti noi vogliamo contribuire a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Europa si è data, ma dobbiamo fare attenzione a non consegnare le nostre filiere ai concorrenti. Le nostre imprese vanno accompagnate nella transizione ecologica, come stiamo facendo a livello di associazione, e non lasciate sole davanti a regole che le metterebbero in crisi di competitività rispetto agli altri Paesi. Sono certo che, a fronte delle capacità, competenze ed esperienze che hanno acquisito sapranno essere leader e non vittime della transizione verde. Questi provvedimenti vanno ridiscussi a fronte dei recenti studi scientifici che riequilibrano riciclo e riuso degli imballaggi e vanno fatte le dovute distinzioni tra le imprese che investono in innovazione e sostenibilità, senza demonizzare la plastica a priori”, conclude Gianluca Melli.