Polioli a base biologica per abbattere il riscaldamento globale fino al 93%

Coim ha effettuato un’analisi LCA per valutare la sostenibilità della sua gamma Isoexter-E di polioli a base biologica tra le cui applicazioni principali rientra la produzione di materiali isolanti impiegati in edilizia. Il potenziale di risparmio in termini di GWP (Global Warming Potential, potenziale di riscaldamento globale) è stato calcolato sulla base di una analisi LCA (Life Cycle Assessment) mettendo a confronto i dati ottenuti da Coim con quelli presenti nello studio di PU Europe, l’associazione europea dell’industria dell’isolamento termico poliuretanico (PUR/PIR), che ha determinato l’impatto ambientale medio, in Europa, dei polioli impiegati per la produzione di materiali isolanti. La sostenibilità dei prodotti Coim non è stata determinata con il metodo “mass balance approach and allocation”, che permette di allocare a un determinato prodotto un contenuto di materiale riciclato o biobased, indipendentemente dal fatto che il prodotto finito contenga o meno il medesimo contenuto, sfruttando un sistema di crediti, ma ha considerato l’effettivo contenuto biobased e il ciclo di vita delle soluzioni.

“Il settore edile europeo è impegnato da qualche decennio nell’individuazione di strategie per incrementare l’efficienza energetica degli edifici. Più recente, invece, è l’attenzione della filiera verso la sostenibilità dei singoli materiali edili con i quali tali obiettivi di efficienza vengono raggiunti. Coim, pioniere nello sviluppo di un’offerta di soluzioni derivanti da riciclo e dall’impiego di materie prime biobased, ha fatto un passo ulteriore, commissionando un’analisi LCA delle soluzioni biobased della gamma Isoexter-E, impiegate nella produzione di materiali isolanti poliuretanici. Abbiamo così confermato che non solo possiamo sostituire completamente il poliolo fossile con uno biobased senza alterare le caratteristiche del prodotto finale, proponendo quindi ai nostri clienti una soluzione drop in, ma abbiamo anche appurato che i nostri prodotti consentono di ottenere un risparmio del GWP (Global Warming Potential, potenziale di riscaldamento globale) fino al 93%”, ha spiegato Alessandro Gallipoli, R&D manager Isoexter di Coim.

“Lo studio ha dei risvolti importanti anche per i nostri clienti. Possono utilizzare nel proprio EPD i dati ottenuti da Coim, raggiungendo traguardi di risparmio di CO2 sul prodotto non possibili sino a oggi e trasferire in maniera chiara i benefici delle nostre soluzioni biobased, mediante i loro prodotti isolanti, al mercato finale. L’approccio mass balance non avrebbe consentito ai nostri clienti di integrare le nostre soluzioni nell’EPD dei loro prodotti, contravvenendo quindi all’esigenza di tutta la filiera di disporre di soluzioni che vengono presentate come sostenibili sulla base di analisi e dati rigorosi e trasparenti”, ha aggiunto Andrea Stefani, responsabile commerciale Europa e Middle East Isoexter di Coim.