Stati Uniti: espansi... in espansione
Secondo un recente studio condotto dalla società di consulenza specializzata Freedonia, la domanda statunitense di materiali plastici espansi dovrebbe sfiorare, entro il 2017, la quota di 4 milioni di tonnellate, denotando un andamento in netta ripresa rispetto al quinquennio di recessione 2007-2012.
Il settore dell'edilizia dovrebbe mostrare tassi di crescita significativi grazie al largo uso di isolanti, mentre da non trascurare risulterebbe la sempre maggiore diffusione dei materassi in "memory-foam", ossia realizzati in materiale espanso in grado di memorizzare la pressione esercitata dal corpo durante il sonno. L'imballaggio, comunque, dovrebbe confermarsi il principale sbocco applicativo delle resine espanse, con oltre il 30% della domanda complessiva. Nonostante le preoccupazioni di carattere ambientale circa lo smaltimento di tali materiali, il consumo si dovrebbe mantenere su alti livelli in virtù della loro economicità e delle elevate prestazioni, anche rispetto ad altri materiali alternativi. Sono, comunque, in via di sviluppo espansi biodegradabili per imballaggio.
Per quanto riguarda i materiali, il poliuretano occupa il primo posto, in particolare nella versione di espanso flessibile (per materassi, tappeti e imbottiture); quello rigido, invece, costituisce la soluzione ideale per pareti e coperture isolanti. Il polistirene rappresenta oltre un terzo della domanda mondiale di espansi polimerici e sembra destinato a mantenere tale quota di mercato grazie alle sue proprietà barriera e isolanti, oltre che al costo contenuto. Entro il 2017 l'utilizzo di EPS sorpasserà quello del PS espanso estruso (o XPS), trovando applicazione nell'isolamento (anche di container) e negli imballaggi protettivi.