Dalla Pop art alla...PET art
Chi sarà l'Andy Warhol della PET art? Per adesso la risposta la troviamo in Eduard Aldrovandi. Artista svizzero, pioniere del movimento definito appunto PET art, rimodella le bottiglie in PET postconsumo, trasformandole in opere e manufatti a metà strada tra arte e design, in cui talvolta si stenta a riconoscere le bottiglie che furono.
Dopo i primi lavori risalenti all'inizio degli Anni Novanta, questa forma di espressione artistica si è sempre più identificata con il nome di PET art, a cui, fino a oggi, ha aderito un centinaio di artisti, sedotti dal fascino della plastica e dalle sue potenzialità. Si tratta di una forma d'arte che strizza l'occhio alla sostenibilità ambientale e dimostra come anche un oggetto che apparentemente ha concluso la propria funzionalità possa rivivere in altre forme e nuovi impieghi.
L'artista è riuscito a trasformare la sua creatività, fatta di attenzione per l'ambiente, in un vero e proprio impegno professionale, che lo ha portato addirittura a organizzare incontri su come riciclare le bottiglie in PET. Nel suo laboratorio, infatti, si svolgono workshop aperti al pubblico dove è possibile osservarlo al lavoro e apprendere le tecniche di questa particolare forma di recupero della plastica.