PET 2020: il futuro dell’industria di settore
Il primo febbraio, 160 delegati in rappresentanza dell'intera filiera europea del PET si sono riuniti a Bruxelles in occasione dell’annuale appuntamento di Petcore Europe Conference. Sullo sfondo del tema "PET 2020 - The future of the PET industry", i rappresentanti dell'intero settore - produttori di PET, fornitori di masterbatch, designer, produttori di imballaggi, costruttori di macchine, produttori di etichette, aderenti a progetti EPR (Extended Producer Responsibility), organizzazioni per la gestione dei rifiuti, aziende attive a vario titolo nel settore del riciclo - hanno presentato e condiviso le loro opinioni sul futuro del PET e dell'industria che ruota intorno a questo polimero. Inoltre, un panel di relatori della Commissione Europea, dell'Ufficio europeo dell'ambiente e della Fondazione Ellen MacArthur ha espresso il suo punto di vista sui futuri sviluppi dell'economia circolare e di altre sfide ambientali.
"In tutte le sue attuali iniziative, Petcore Europe si impegna attivamente a sostegno dell’economia circolare. Il PET è tra i materiali per imballaggio privilegiati dalle grandi marche grazie alle sue eccellenti caratteristiche di sicurezza di prodotto e alla sua riciclabilità”, ha sottolineato Patrick Peuch, direttore esecutivo di Petcore Europe, che ha partecipato all’evento in qualità di moderatore. Ciò nonostante, la catena filiera del PET si trova ad affrontare anche sfide importanti, come è stato evidenziato nel corso della conferenza.
Imballaggi
In rappresentanza dei produttori di PET, Antonello Ciotti, vicepresidente CPME, il comitato dei produttori di PET in Europa, ha iniziato la sua relazione con una panoramica sulla domanda globale di PET e sul mercato europeo. Ciotti ha anche elencato le ragioni per cui il PET oggi figura tra i materiali per imballaggio più sostenibili in assoluto: protegge cibi e bevande evitando lo spreco alimentare; salvaguardia le risorse grazie alla sua leggerezza; offre eccellenti prestazioni in relazione alla gestione del ciclo di vita (LCA) e all’impronta di carbonio; è totalmente riciclabile. Infine, ha illustrato le sfide rappresentate dall’economia circolare, tra le quali il passaggio dal PET di origine fossile al PET bio. Queste sfide richiederanno uno sforzo innovativo da parte di tutti gli interessati e dal canto loro i produttori di PET sono fortemente impegnati a partecipare a questi sforzi.
Nicolas Rivollet di Husky e Carsten Lauridsen di Faerch Plast si sono concentrati sui trend delle confezioni in PET e del design, illustrando gli sviluppi passati e futuri. "Nel 2020 prevediamo che vi siano il 5% di bottiglie in più in una tipica balla di bottiglie riciclate: ciò come effetto del rallentamento, se non del calo, dei consumi di bibite gassate unito all’espansione dei formati più piccoli e alla maggiore efficienza delle resine utilizzate per i vari formati. Bibite gassate, succhi, bevande per sportivi e tè, latticini liquidi, prodotti per l’igiene personale e alimenti confezionati in formati più piccoli rappresentano attualmente l’ultima frontiera del PET: il numero di queste applicazioni, che richiedono confezioni in PET più complesse, potrebbe raddoppiare da qui al 2020”, ha spiegato Rivollet. Lauridsen ha mostrato un filetto di manzo confezionato sottovuoto con data di scadenza prolungata da 6 a 16 giorni, il che consente una riduzione dello spreco dal 34% al 18%.
Infine, i rappresentanti delle grandi marche hanno condiviso i loro punti di vista sul futuro degli imballaggi in PET e della loro sostenibilità. Gian de Belder e Johannes Burghaus di Procter & Gamble e Françoise Poulat di Danone hanno spiegato le soluzioni e innovazioni adottate dalle rispettive aziende nell’ambito degli imballaggi. P&G ha presentato una serie di nuovi prodotti come gli aerosol confezionati in PET e il nuovo flacone per lo shampoo Head and Shoulders in plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata effettuata sulle spiagge. Danone ha presentato invece i propri sforzi nell’utilizzo del PET di riciclo, sottolineando la conformità alle norme sulla sicurezza alimentare, l’applicazione degli strumenti di ecodesign nei nuovi progetti e l’attenzione alle bioplastiche nel futuro.
Sostenibilità
Durante la sessione pomeridiana, i relatori della Commissione Europea, dell'Ufficio europeo dell'ambiente e della Fondazione Ellen MacArthur sono stati invitati a esprimere i rispettivi punti di vista riguardo all’ambiente in cui l’industria del PET si troverà a operare nel prossimo futuro. Gli interventi si sono focalizzati soprattutto sull’implementazione dell’economia circolare. Inoltre è stata sottolineata la necessità di incrementare i volumi di riciclo e si è discusso sulle sfide critiche per l’ambiente, rappresentate, per esempio, dai rifiuti plastici nell’ambiente marino.
In questo contesto Eric Liégeois, funzionario della Commissione Europea, ha presentato una roadmap per una strategia della plastica in un’economia circolare, pubblicata di recente e tuttora aperta ai contributi del pubblico. Liégeois ha illustrato le tre questioni essenziali tracciate dalla strategia: l’elevata dipendenza dalle fonti fossili, i bassi volumi di riciclo e riutilizzo della plastica in generale, i significativi livelli di dispersione della plastica nell’ambiente.
Stéphane Arditi, dell'Ufficio europeo dell'ambiente, ha insistito sull’implementazione del sistema dei depositi per incoraggiare i consumatori a relazionarsi con l’industria. "Se si vogliono responsabilizzare i consumatori occorre aumentare la loro consapevolezza, per esempio toccandoli nel portafoglio attraverso il pagamento di un deposito", ha commentato Arditi.
Sander Defruyt della Fondazione Ellen MacArthur ha concluso la sessione con una presentazione sulla nuova economia della plastica, lanciata di recente nel corso del World Economic Forum di Davos, in cui oltre quaranta tra dirigenti d’azienda e capi di governo hanno stilato un piano d’azione globale per gli imballaggi in plastica. "E’ necessario adottare una triplice strategia per trasformare il mercato globale degli imballaggi in plastica: la riprogettazione e l’innovazione degli imballaggi partendo dalle fondamenta, i sistemi di riutilizzo, il riciclo secondo modelli economici e qualitativi migliori", ha osservato Defruyt.
"Nel 2015 in Europa è stato riciclato il 59% delle bottiglie PET. Tuttavia cosa ne è delle altre applicazioni del PET, come, per esempio, i vassoi o i contenitori non trasparenti e difficili da riciclare che in sé rappresentano altrettante sfide importanti in materia di riciclo?", ha affermato nella sua relazione An Vossen, di Epro/Plarebel. Inoltre, ha sottolineato che si deve porre fine alla diffusa pratica di separare solo la frazione più riciclabile dal resto dei rifiuti. "Dobbiamo adattare i nostri sistemi di raccolta e riciclo, e dobbiamo assicurarci che l’intera massa dei rifiuti plastici venga riciclata. Al fine di implementare questo tipo di economia circolare, gli imballaggi e il riciclo non vanno visti come entità isolate, bensì occorre combinare l’innovazione e il riciclo”, ha affermato Vossen.
In rappresentanza degli operatori nel settore del riciclo, Casper van den Dungen, vicepresidente di Plastics Recyclers in Europe (PRE), ha posto l’enfasi sul fatto che molto deve essere ancora fatto per soddisfare l’obiettivo di riciclare il 55% di tutti i flussi di plastica in Europa, fissato dall’Unione Europea per il 2025. Il riciclo delle bottiglie in PET ha raggiunto i livelli migliori di tutti con un tasso di riciclo superiore al 55%. "Tuttavia, per poter centrare gli obiettivi generali in riferimento a tutte le materie plastiche e imballaggi, la cosa più importante è la realizzazione di infrastrutture adeguate, che ora come ora non esistono", ha commentato van den Dungen nel corso del suo intervento.