Rinnovato interesse per la coestrusione sequenziale

Il 2016 di ST Soffiaggio Tecnica si è chiuso con la vendita di tre macchine Aspi Seco destinate alla produzione mediante coestrusione sequenziale di condotti sottocofano. Lo scorso giugno una macchina Aspi Seco era stata consegnata al centro tecnico europeo di DuPont a Meyrin (Svizzera).

A fine anno, invece, altre due Aspi Seco sono state collaudate per essere consegnate a due noti gruppi industriali, uno europeo e uno asiatico, fornitori di componentistica di primo livello per l’industria automobilistica. La prima macchina entrerà in produzione in Turchia, consolidando la presenza del costruttore monzese in uno dei paesi più importanti per la produzione di autoveicoli. La seconda soffiatrice, invece, segna un ulteriore traguardo per l’azienda, trattandosi della prima Aspi Seco destinata al mercato indiano, la cui industria automobilistica sta registrando una rapida crescita. Oltre ad avere un’importante industria automobilistica locale, infatti, l’India funziona da punto di snodo per i grandi produttori stranieri grazie a una molteplicità di fattori che rendono conveniente investire sul territorio indiano: bassi costi di produzione, flessibilità nel mercato del lavoro, abbondanza di materie prime, alto livello di formazione tecnica del personale, incentivi e politiche economiche ecc.

Le recenti vendite confermano la ripresa dell’interesse verso la tecnologia del soffiaggio ad aspirazione sequenziale. Le soffiatrici delle serie Aspi vengono presentate in configurazione Seco quando risulta necessario produrre componenti con due materiali differenti disposti in successione. Con la coestrusione sequenziale, infatti, si ottiene un parison che presenta, in maniera alternata, caratteristiche fisico-meccaniche differenti. In questo modo è possibile ottenere manufatti con parti flessibili e parti più rigide, evitando così i tempi e i costi di assemblaggio di più componenti. Questa tecnologia riduce anche il costo del pezzo prodotto rispetto a una soluzione monomateriale, perché ciascuna delle due resine viene impiegata solo in quelle sezioni del pezzo dove è necessaria.

Le due nuove Aspi Seco si contraddistinguono per lo stesso gruppo di chiusura (con apertura massima di 1400 mm) e uguali unità di plastificazione (due estrusori da 60 mm ciascuna), ma si differenziano per altre caratteristiche: le forze di chiusura sono rispettivamente di 15 e 20 tonnellate e le capacità di accumulo di 1,0 e di 1,5 litri.

Una peculiarità di entrambe le macchine - non comune su questa tipologia bimateriale - è la possibilità di raggiungere una temperatura di processo superiore a 350°C. Questa caratteristica le rende adatte a lavorare non soltanto qualsiasi tecnopolimero oggi disponibile per i componenti soffiati destinati all’installazione sottocofano, ma anche nuovi materiali plastici che potrebbero essere sviluppati nei prossimi anni per applicazioni a temperature sempre più alte.