Una tecnologia di trasformazione in buona salute
Lo stampaggio a iniezione, come noto, è una delle principali tecnologie di trasformazione delle materie plastiche: ogni anno, nel mondo, quasi 55 milioni di tonnellate di polimeri vengono lavorati mediante questo processo. Tale tecnologia consente una elevata flessibilità in termini di dimensioni, forme e tipo di materiale lavorabile, lasciando così ampi margini al design dei manufatti.
Secondo un recente studio condotto dalla società di consulenza specializzata Ceresana, nel 2015, circa il 54% del materiale plastico destinato allo stampaggio a iniezione è stato utilizzato nell’Asia-Pacifico, seguita da Nord America ed Europa Occidentale, rispettivamente con il 15,4 e il 14,3%.
Il mercato di maggior rilievo per i prodotti stampati a iniezione risulta l'industria del packaging alimentare (dai contenitori alle chiusure di ogni tipo). In questo settore, la plastica offre numerosi vantaggi rispetto ad altri materiali. Oltre a essere più leggeri e resistenti, gli imballaggi in plastica offrono migliori proprietà barriera nei confronti degli agenti chimici. Bene anche l’industria automobilistica, la cui domanda di manufatti stampati, nel periodo 2015-2023, dovrebbe aumentare del 3,7% all'anno.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di resine, dallo studio emerge il primato del polipropilene (PP). Nel corso degli ultimi otto anni, la domanda mondiale di prodotti a base di PP è aumentata in media del 3,8% all'anno. Al secondo posto nella classifica dei materiali più lavorati mediante stampaggio a iniezione il polietilene (PE), con una quota di mercato del 20%. Tuttavia, ci sono differenze significative a seconda del settore applicativo; per esempio, la domanda di PP nel packaging rappresenta circa il 70% del totale mentre nel settore delle costruzioni è pari solo al 12%.