Ben oltre le attese il 2021 di Sirmax, spinto dai prodotti green

I prodotti green spingono l’attività di Sirmax, l’azienda di Cittadella (Padova) produttrice di compound a base di polipropilene, biologica e da post consumo e tecnopolimeri per vari settori di applicazione, che ha chiuso il 2021 a 480 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 315 milioni del 2020 e ai 300 milioni del 2019. A crescere significativamente sono stati i volumi di vendita, in aumento quasi del 20%. Fa da traino ai dati più che positivi la forte spinta di compound da riciclato, biopolimeri ed elastomeri termoplastici, riciclabili al 100%, che complessivamente vanno a velocità doppia rispetto al dato medio di crescita del gruppo, registrando un +40% nei volumi di vendita. Così come crescono del 40% anche i tecnopolimeri destinati ad applicazioni high-tech soprattutto per l’industria automobilistica ed elettrica.

Per quanto riguarda le aree geografiche, spicca la prestazione degli Stati Uniti, regione che nel 2021 registra un aumento di vendite del 30%. Proprio negli Stati Uniti si sono concentrati gli investimenti più recenti: da qualche settimana è operativo SER North America, secondo impianto statunitense costruito ad Anderson, in Indiana, accanto a Sirmax North America. SER North America, tredicesimo stabilimento del gruppo, è interamente dedicato alla produzione di polipropilene ottenuto da scarti post industriali destinato sia alle applicazioni industriali sia a essere lavorato da Sirmax North America come materia prima seconda per produrre compound nobilitati. Si tratta di materiali additivati con cariche minerali o rinforzati con fibra di vetro, destinati alla produzione di beni durevoli per i settori dell’elettrodomestico e dell’automobile, che presentano prestazioni analoghe ai compound di prima scelta, ma percentuale di contenuto green variabili in base alle specifiche dei trasformatori, risultando prodotti a minor impatto ambientale.

Complessivamente, gli investimenti effettuati da Sirmax Group nel 2021 sono stati pari a circa 24 milioni di euro: 12 di questi hanno interessato il potenziamento della green economy, mentre gli altri 12 sono stati destinati al nuovo sito produttivo negli Stati Uniti, a completamento dell’investimento complessivo che dal 2020 a oggi è stato di circa 30 milioni. Nel 2021 sono state anche assunte 100 nuove figure, che hanno portato il totale dei dipendenti a 800 in tutto il mondo.

“Il 2021 è stato un anno oltre ogni aspettativa. I nostri investimenti e l’aver privilegiato catene di approvvigionamento regionalizzate e fidelizzate ci hanno fatto guadagnare quote di mercato. Siamo stati vicini al cliente con le forniture, con prodotti ad hoc e con servizi tecnologicamente avanzati, guardando sempre al medio-lungo termine e costruendo tutto con prudenza e raziocinio. Restano i timori per il futuro: lo scenario geopolitico, i costi dell’energia e delle materie prime rischiano di ridurre la domanda. Non c’è preoccupazione per l’impatto diretto su Sirmax: le nostre catene di fornitura sono diversificate e ci permettono di fare scorte. Siamo preoccupati, invece, per gli effetti indiretti sui nostri clienti finali, in particolare dell’automotive, settore particolarmente esposto e già provato dalla carenza di microchip”, ha commentato il presidente e amministratore delegato di Sirmax Group, Massimo Pavin (foto a destra).

Nel 2022 continuano a essere strategici i comparti della green e circular economy. La ricerca di Sirmax si sta concentrando su nuovi prodotti, specificamente tecnopolimeri antifiamma per il settore elettrico e antibatterici per l’automobile e sui biopolimeri per il settore del packaging e dell’agricoltura (teli per pacciamatura). Per quanto riguarda gli elastomeri termoplastici, molto cresciuti negli ultimi mesi, l’obiettivo è di triplicare il volume d’affari, soprattutto nel mercato dell’auto, dove vengono utilizzati per le parti “morbide” (come soffietti o guarnizioni).

Nell’anno in corso continua anche la collaborazione tra Sirmax e le università del Massachusetts UMass Lowell e MIT su un progetto di ricerca finanziato dal ReMade Institute - parte del DOE (Department of Energy) - dal titolo “Chemical Conversion and Process Control for Increased used of Polyethylene and Polypropylene Secondary Feedstocks”. La UMass Lowell, primo ateneo negli Stati Uniti nel campo dello stampaggio a iniezione, sta studiando un modello di riciclo degli scarti industriali in polietilene e polipropilene finalizzato a un corretto riutilizzo nel settore dell’imballaggio. Con un investimento di 100 mila dollari annui, Sirmax Group è l’unica società non statunitense partner del progetto, che tra i partecipanti annovera anche colossi come Procter&Gamble. Alla luce dell’aumento dell’attenzione da parte degli Stati Uniti nel perseguire politiche green, lo scopo del piano è quello di mettere a disposizione know-how e tecnologie per accelerare il processo di buone pratiche di riciclo e la cultura della differenziazione del rifiuto urbano. Oltre all’impegno economico, Sirmax darà il suo contributo mettendo a disposizione laboratori e impianti dove effettuare le prove di riciclo.