Incremento della popolazione e riduzione dei gas serra sostengono la plastica in edilizia
Un recente studio condotto dalla società di consulenza specializzata Ceresana prevede che entro il 2023 la domanda mondiale di materie plastiche dal settore dell’edilizia e delle costruzioni raggiungerà quota 73 milioni di tonnellate, sostituendo in misura sempre maggiore altri materiali, quali legno e metallo, tradizionalmente impiegati in tale comparto.
I polimeri principalmente usati in edilizia, e adatti per molteplici applicazioni (tubi, pannelli isolanti, serramenti ecc.), sono PVC, HDPE, PUR, EPS, PP, PS, LDPE, LLDPE, PC, ABS e PA. Se nei paesi industrializzati si tende a ristrutturare e a intervenire con manutenzioni, in quelli emergenti di Asia, Medioriente e, soprattutto, Africa è in aumento il numero delle nuove costruzioni grazie all’incremento demografico e, di conseguenza, delle esigenze abitative.
In entrambi i casi l’obiettivo comune è quello di ridurre al minimo i gas serra. In questa direzione, il primo passo è rappresentato dal risparmio energetico. Gran parte del consumo di energia è dovuta al riscaldamento e al raffrescamento residenziale ed è qui che i materiali plastici (soprattutto PU, EPS e PC) giocano un ruolo fondamentale nei sistemi termoisolanti.
L’agenzia internazionale per l’energia (IEA) ritiene che per rispettare gli impegni assunti alla conferenza sul clima di Parigi del 2015, entro il 2030 gli stati dovranno investire in tecnologie verdi per 13,5 trilioni di dollari e attuare - con modalità diverse da paese a paese - programmi e regolamenti a favore del risparmio energetico degli edifici.