A Roma convegno sul DRS
Si terrà a Roma il 9 ottobre il convegno “Strategie e scenari di sostenibilità alla luce dei nuovi obblighi di legge: il potenziale ruolo del deposito cauzionale”, promosso dal vicepresidente della Camera Sergio Costa. La recente evoluzione del quadro normativo europeo in materia di recupero e riutilizzo di materie prime - dalla Direttiva SUP del 2019 al Regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio (PPWR) del 2024 - rende necessario un confronto e un approfondimento sull’esigenza di generare una percezione più informata del tema, sia per sostenere le filiere del riciclo sia per ridurre drasticamente la dispersione dei contenitori per bevande nell’ambiente e, di conseguenza, i costi che i Comuni devono sostenere per la loro rimozione.
Nell’ambito del convegno sarà valutata l’efficacia del sistema di deposito cauzionale per imballaggi per bevande (DRS, Deposit Return System), saranno esaminati i motivi che ne hanno fatto un elemento fondamentale per garantire circolarità al settore nella maggior parte dei Paesi UE e sarà fatto il punto sulla situazione nazionale esaminando gli attuali livelli prestazionali del sistema Italia, le iniziative previste per garantire il rispetto dei target e degli obblighi di legge e la relativa tempistica. Affinché la transizione sia efficace e partecipata da tutti gli attori e vengano definite scelte lineari e davvero intese allo scopo. Nel corso del convegno interverranno i responsabili di MASE, Ispra, Anci, Conai e di Torino Città Metropolitana, che ha aderito alla campagna sin dal suo lancio nel marzo del 2022. Inoltre, alla tavola rotonda parteciperanno responsabili di Assobibe, Corepla, Coripet, Cial e Assorimap. L’evento si concluderà con l’intervento dei parlamentari Patty L’abbate, Eleonora Evi, Filiberto Zaratti, Erica Mazzetti e Mauro Rotelli.
Il prossimo gennaio saranno 18 i Paesi in Europa che avranno adottato un sistema nazionale DRS (ultimi in ordine di tempo nel 2024: Ungheria, Romania e Irlanda) e in molti altri è già stata definita la sua data di entrata in vigore o sono in corso valutazioni per definirla. Quanto al PPWR, l’articolo.44 prevede l’obbligo per i Paesi Membri di conseguire al 2029 il 90% di intercettazione di bottiglie in plastica e lattine e l’istituzione di un sistema DRS nel caso in cui non venisse raggiunto tale obiettivo nei tre anni precedenti. Nel caso delle bottiglie di plastica l’obiettivo di raccolta introdotto dalla Direttiva SUP è peraltro già stato recepito nel nostro ordinamento. Nonostante sia stata introdotta nel corso delle negoziazioni una condizione di esenzione transitoria per gli Stati membri che conseguissero un tasso di raccolta dell’80% al 2026 per bottiglie e lattine, viene mantenuto comunque l’obbligo del 90% come obiettivo finale. Alla Commissione viene dato pertanto il mandato di imporre un DRS ai Paesi membri che per tre anni consecutivi non raggiungessero il 90% di raccolta di tali contenitori.
“Per la nostra campagna l’evento rappresenta l’occasione di poter presentare in una sede parlamentare alcuni dei dati e delle evidenze del nostro studio di analisi costi/benefici derivanti dall’introduzione di un sistema DRS in Italia, che, ricordiamo, resta ad oggi l’unico studio pubblicamente disponibile”, ha spiegato Enzo Favoino, coordinatore scientifico della campagna “A buon rendere”. “Siamo grati all’onorevole Costa per avere promosso questa occasione di confronto con molti dei soggetti politici, istituzionali e imprenditoriali che verrebbero coinvolti nell’implementazione di un sistema di deposito cauzionale, a partire dall’attivazione di un percorso parlamentare per giungere ad una sua definizione in congruo anticipo rispetto alla tempistica stabilita dal Regolamento UE sugli imballaggi recentemente approvato che, come si evince dalla lettura di alcune disposizioni, dovrebbe comportare la introduzione obbligatoria del DRS a partire dal 2032-2033”.
“Come campagna “A Buon Rendere” andremo a ribadire che non esistono esperienze a livello globale che abbiano dimostrato di potere intercettare il 90% dell’immesso al consumo di imballaggi per bevande, consumati prevalentemente “on the go”. Anche il sistema di “raccolta selettiva incentivante”, che viene invece promosso come alternativa al DRS e come elemento chiave per raggiungere gli obiettivi europei in affiancamento al sistema attuale, non può essere l’elemento decisivo per conseguire tali obiettivi: il fatto che sia stato abbandonato da tutti i Paesi che avevano avviato una sperimentazione in tal senso (come la Spagna) è eloquente. Le attuali strategie messe in campo, come i finanziamenti di eco-compattatori con fondi PNRR, non paiono di sufficiente portata - pur a fronte di esborsi significativi da parte dello Stato - per consentire il conseguimento degli obiettivi. Ritardare nel tempo l’adozione del DRS significa accettare lo spreco di 7 miliardi di contenitori per bevande ogni anno, nel Paese europeo che ha una dipendenza nell’importazione di materiali pari al 46,8%, ossia più del doppio della media UE”, ha dichiarato Silvia Ricci, coordinatrice della campagna.