La plastica, perché viene sempre denigrata?

Una considerazione che va contro tendenza riguardo all’utilizzo dei materiali plastici, considerati esclusivamente distruttivi, inquinanti e dannosi per la salute.

 

Non è certo difficile constatare che buona parte dell’inquinamento, al giorno d’oggi, sia causato dalla plastica. Nessuno però si chiede perché questa si trovi in mari, fiumi, boschi e strade.

 

In TV e generalmente nei vari media è comune assistere a trasmissioni o leggere articoli in cui si evidenziano le negatività della plastica e in particolare del PVC, senza provare a comprendere i notevoli lati positivi che si celano dietro il loro utilizzo. Si provi infatti a immaginare i luoghi e gli oggetti più comuni della nostra vita quotidiana (uffici, automobili, case ecc.) e ci si domandi che cosa cambierebbe se non vi fosse la plastica. Essa infatti viene utilizzata in ogni ambito della nostra vita, anche dove meno ce lo aspetteremmo.

 

Ad esempio: in questo momento storico pensiamo al disagio a cui saremmo andati incontro se non ci fosse la possibilità di produrre mascherine, camici, visiere, lettini, teli, tutto in materiale plastico; sacche per sangue, farmaci o fisiologiche; tubi e altro ancora, quasi tutti fatto con il PVC (materiale che oggi è molto più controllato ed è esente da sostanze nocive che potevano essere contenute in passato).

 

La causa dell’inquinamento da essa causato è esclusivamente rappresentato dall’errato smaltimento.

 

La maggior parte delle plastiche è recuperabile, e il PVC in particolare è recuperabile e rigenerabile decine di volte, anche dopo il suo utilizzo, basta organizzarsi per farlo.

 

Ci sono piattaforme ecologiche che già recuperano parte della plastica post consumo suddividendola, anche con l’aiuto delle numerose aziende di recupero che ci sono in Italia; mentre lo scarto post industriale delle aziende viene recuperato da decenni e reimmesso nei vari cicli produttivi senza creare quindi danni all’ambiente.

 

Si potrebbe fare ancora meglio se si evitasse di far produrre (e qui dovrebbero entrare in gioco i poteri forti, magari anche la politica) materiali accoppiati con materie plastiche di diverso tipo, non compatibili tra loro, e quindi poi difficilmente recuperabili o spesso non recuperabili affatto: esistono prodotti in PVC accoppiati in PP o PET, vari accoppiati in PP con alluminio, bottiglie di PET con tappo di PP ed etichette in PVC

 

Insomma, evitando che vengano ideati prodotti composti da materiali diversi, si potrebbe certamente diminuire e di molto la quantità di “rifiuti” che necessitano smaltimento. Non solo di post consumo ma anche scarti industriali, che se fossero di materiale uniforme verrebbero tranquillamente riutilizzati.

 

Nel settore del recupero, esistono decine di aziende in Italia, che operano da decenni contribuendo a togliere dagli inceneritori e dalle discariche centinaia di tonnellate di materie plastiche che vengono poi, una volta lavorate, utilizzate per produrre arti articoli, magari diversi dal prodotto originale.

 

Una realtà attiva in questo settore fin dagli Anni Settanta è MMP, con sede nel comune di Magnago (Milano) dal 1982. L’azienda recupera in media dalle 30 alle 40 tonnellate di PVC al giorno grazie a impianti di macinazione e micronizzazione migliorati in anni di esperienza.

 

L’azienda nasce da una intuizione del fondatore Cardi Silvano, con la moglie Berra Lucia, portata avanti poi dai figli Roberto e Alessandro, e giunta ora alla terza generazione con Matteo e Lorenzo, che si sono inseriti in azienda partendo dai lavori basilari di cernita e preparazione dei materiali per poi gettare le basi per il futuro.

 

La maggior parte del PVC macinato da MMP deriva da scarti industriali pre-consumo provenienti da calandratori italiani ed esteri. Viene destinato poi, dopo la macinazione, a granulatori, stampatori, o ancora calandratori. Anche qui sia in Italia che all’estero.

 

Dispone di mezzi autorizzati secondo la normativa vigente, per il ritiro degli scarti e per la consegna del materiale lavorato.

 

Da 5 anni MMP fa parte anche del consorzio Recovinyl, che raggruppa tutte le aziende produttrici e recuperatrici di materiali plastici in tutta la comunità europea.
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