EPS: materiale da imballaggio con l’impronta idrica più bassa

L’impronta idrica (Water Footprint) dell’EPS è stata misurata da Aipe (l’associazione italiana polistirene espanso), che l’ha messa a confronto con quella di altri materiali utilizzati per l’imballaggio. Quando si parla di sostenibilità, infatti, si fa spesso riferimento all’impronta di carbonio o al consumo energetico, ma c’è un altro importante parametro che andrebbe considerato: l’impronta idrica, appunto, che indica la quantità di acqua necessaria per realizzare un certo prodotto.

L’impronta idrica è costituita da tre componenti: verde (green water), blu (blue water) e grigia (grey water). La prima rappresenta il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale, cioè il volume di acqua traspirata dalle piante durante la coltivazione. La seconda è il volume di acqua dolce usata che non torna a valle del processo produttivo, ossia le acque destinate all’uso agricolo, domestico e industriale. La terza, infine, rappresenta il volume di acqua inquinata, misurabile calcolando la quantità di acqua necessaria per diluire gli agenti inquinanti e riportarne la concentrazione ai livelli naturali. Esistono, poi, due standard di riferimento per il calcolo dell’impronta idrica. Uno è il manuale “The Water Footprint Assestment Manual”, pubblicato dal Water Footprint Network, l’altro è la norma Uni EN ISO 14046 “Gestione ambientale - Impronta Idrica (Water Footprint) - principi, requisiti e linee guida”.

Dal calcolo effettuato da Aipe è risultato che per produrre un kg di EPS, l’impronta idrica è pari a 6 litri d’acqua. Il materiale con tale parametro più vicino è il PET, che ha un’impronta idrica di 7 litri. Per quanto riguarda l’impronta idrica degli altri materiali è stato rilevato che quella della carta riciclata (che tra i materiali cellulosici è quello che utilizza meno acqua nel processo produttivo) si attesta a 29 l, quella dell’alluminio a 34 l e quella della schiuma rigida poliuretanica a 74 l. I materiali cellulosici prodotti con fibre vergini hanno un’impronta idrica decisamente superiore: 825 litri per il cartoncino; 923 per il legno e 1092 per la carta.