Clamadieu nominato presidente di Cefic

Il 17 ottobre Jean-Pierre Clamadieu, CEO di Solvay, è stato eletto presidente di Cefic, il Consiglio europeo dell'industria chimica. Succede a Kurt Bock, CEO di Basf. Nel suo primo discorso il neopresidente ha illustrando gli obiettivi del suo mandato, sottolineando che, per le 29 mila imprese chimiche europee e i loro 1,2 milioni di dipendenti, è di vitale importanza essere competitivi. Soprattutto perche gli investimenti nel settore chimico sono in calo e alcune catene del valore industriale europee sono a rischio.

"Per contrastare le tendenze attuali, le autorità europee dovrebbero garantire che tutte le politiche e le iniziative dell'Unione Europea tengano ben presenti le diverse realtà economiche mondiali, con l’obiettivo di aumentare la competitività dell'Europa. Accogliamo con favore le priorità della nuova Commissione Europea per la crescita e la creazione di posti di lavoro e speriamo che siano sostenute anche dal Consiglio Europeo e dal Parlamento Europeo", ha dichiarato Clamadieu.

Il manager ha assunto la guida di Cefic in un momento in cui la crescita dell'industria chimica nelle regioni emergenti e negli Stati Uniti continua a superare quella nell'Unione Europea. La produzione chimica europea sta lentamente crescendo ma, a livello mondiale, la sua quota di vendite nel corso degli ultimi vent’anni si è dimezzata, scendendo sotto il 17%. Inoltre, mentre il surplus commerciale del settore chimico europeo, nel 2013, ha raggiunto i 48,7 miliardi di euro, record positivo per il settore, ora si sta contraendo a causa di un rallentamento della domanda mondiale e del boom dello shale gas statunitense. Le esportazioni di prodotti chimici europei nel primo semestre del 2014 sono diminuite di 1.9 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il settore chimico in Europa sta affrontando diversi problemi di competitività, primi fra tutti gli alti costi dell'energia e delle materie prime, cosi come l’inconsistenza o la mancanza di politiche europee per l’energia e l’industria. Inoltre gli ambiziosi obiettivi climatici ed energetici per il 2030 costituiranno una difficile sfida per il settore, soprattutto tenendo in conto che le nuove normative faranno crescere i costi dell’industria, ostacolando l'innovazione e mettendo l’Europa in una posizione di svantaggio rispetto alle regioni concorrenti.

"Sosteniamo e condividiamo l'obiettivo dell'Unione Europea di muoversi verso un'economia più sostenibile e attiva, ma il nostro settore potrà rendersi pienamente partecipe solo se il percorso verso questo obiettivo sarà per noi praticabile. Invece di un approccio ad alto costo, chiediamo all’Unione Europea di creare incentivi per salvaguardare e garantire il ruolo fondamentale dell'industria chimica nell’adozione di nuove tecnologie. Stimolando l'innovazione, si genereranno nuovi posti di lavoro e un rinvigorimento della crescita", ha concluso Clamadieu.