Buzzella al Parlamento europeo, la chimica fondamentale per la transizione
Il 14 gennaio il presidente di Federchimica Francesco Buzzella ha incontrato i politici europei presso il Parlamento di Bruxelles per illustrare il ruolo dell’industria chimica nelle sfide della UE, evidenziando subito come essa sia fondamentale per affrontare concretamente la transizione ecologica e digitale e che il suo ruolo va riconosciuto e valorizzato nelle politiche economiche e ambientali della UE. La chimica è oggi un settore strategico per l’Europa e per l’Italia: con una quota pari a circa il 15% (655 miliardi di euro nel 2023), l’UE è il secondo produttore al mondo, mentre l’Italia, con 67 miliardi di euro di fatturato, è il terzo produttore europeo, con una quota pari a circa il 10% (dopo Germania e Francia), e il dodicesimo al mondo.
Il presidente ha sottolineato come la chimica sia il cuore pulsante dell’innovazione industriale e al centro di numerose soluzioni che guidano la transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile. Riciclo chimico, materiali innovativi, cattura e riutilizzo della CO2, biocarburanti e prodotti chimici da fonti rinnovabili sono essenziali per l’economia circolare e la transizione ecologica. Senza un’industria chimica forte, molti settori a valle non potrebbero evolvere verso modelli più sostenibili e competitivi.
Inoltre, ha ricordato come rallentamento della crescita economica, inflazione persistente e pressione crescente sui costi energetici siano elementi critici, specie in un contesto caratterizzato da tensioni geopolitiche e instabilità delle forniture di materie prime e sofferente per la crescente competizione dei Paesi emergenti, dove le condizioni di produzione risultano più vantaggiose a fronte di minori tutele ambientali e di welfare. Le imprese chimiche si trovano a dover bilanciare le necessità di innovazione e sostenibilità con la sopravvivenza economica, in un quadro normativo complesso e talvolta penalizzante. Le stringenti normative ambientali e di sicurezza, concepite come spinta verso la transizione ecologica, risultano in realtà spesso onerose, mettendo a rischio la competitività europea. È indispensabile trovare il giusto equilibrio tra promozione dell'innovazione e necessità di regolamentazione.
Negli ultimi anni, l’industria chimica ha dimostrato come sia possibile coniugare crescita economica, innovazione e attenzione per l’ambiente. Dal 1990 a oggi, l’industria chimica italiana ha ridotto le proprie emissioni di gas serra del 64%. Il settore è pronto a contribuire in modo significativo alla crescita dell’UE, ma è indispensabile un impegno congiunto con le istituzioni e sviluppare politiche che coniughino sostenibilità ambientale ed esigenze economiche e sociali. Per Francesco Buzzella solo così sarà possibile costruire un futuro prospero, innovativo e sostenibile per il settore.