Uniti in difesa dei sacchetti
Una coalizione di settore è nata per sostenere la causa dei sacchetti in plastica tradizionale presso i Parlamenti di Scozia e Regno Unito.
L'alleanza, che riunisce le associazioni FPA (Foodservice Packaging Association), PAFA (Packaging and Films Association), CPI (Confederation of Paper Industries) e BPF (British Plastics Federation, si è rivolta a Richard Lochhead (Scozia) e a Lord De Mauley (in Inghilterra) per allontanare ogni ipotesi di una tassazione obbligatoria sui cosiddetti shopper.
Barry Turner, direttore di PAFA, ha ribadito che non ci sarebbero prove a sostegno della teoria secondo cui una tassa sui sacchetti gioverebbe all'ambiente, rendendo i consumatori più responsabili nei confronti del territorio in cui abitano.
L'unione, che intende portare avanti il lavoro svolto dal Carrier Bag Consortium (CBC) di PAFA, ritiene che il governo e gli organi di stampa farebbero meglio a sottolineare l'impegno volontario dell'industria nel ridurre l'impiego di tali sacchetti piuttosto che aggiungere una tassa alla spesa dei consumatori.
"Intendiamo mostrare fattivamente all'opinione pubblica la convenienza e i vantaggi ambientali dei sacchetti e al contempo ricordare che ci sono obiettivi più pressanti da perseguire dal punto di vista della sostenibilità ambientale", ha affermato Peter Davis (direttore generale di BPF).
Secondo le organizzazioni aderenti all'alleanza, i principali marchi delle grandi catene di distribuzione non ritengono che i sacchetti abbiano chissà quale impatto sull'ambiente; sarebbe pertanto auspicabile l'estensione della riduzione volontaria di cui sopra.
La neo costituita unione si impegna a fornire a consumatori, industria e governo informazioni dettagliate sui sacchetti e sui loro effetti, nella speranza che si possa evitare una tassa obbligatoria.