Produzione di contenitori per bevande
La produzione di contenitori per bevande presenta alcuni elementi fortemente caratterizzanti. Anzitutto vi sono coinvolte in modo preponderante almeno due tecnologie: soffiaggio e stampaggio a iniezione. In secondo luogo, i costruttori di macchine utilizzate a tale scopo tendono oggi a fornire linee complete, dalla produzione di preforme fino all'imbottigliamento, e quando non sono strutturati per farlo cercano collaborazioni e partnership per offrire un servizio quanto più esteso possibile. E in questo ambito si pone, più che altrove, la necessità d"incrementare i regimi produttivi in misura esasperata e ridurre costi e consumi di risorse. Infine il consumo di bevande presenta, più di altri prodotti, una spiccata componente emozionale chiamata in causa dall’estetica dei contenitori e che dunque implica un lavoro di ricerca e sviluppo su forme e colori, compresi quelli di tappi e chiusure ed etichette. Sono questi i temi trattati nelle pagine che seguono, ancora una volta con il contributo di costruttori italiani ed esteri specializzati. - COSTRUTTORI ITALIANI - Birra alla spina - Le bottiglie in PET biorientato si sono largamente diffuse sul mercato per le ottime prestazioni meccaniche e di barriera alla CO2 che garantisce la conservazione della "gassatura”. Tuttavia la barriera alla CO2 del PET non è assoluta, per cui durante la vita in scaffale delle bottiglie si verifica una perdita di gas che è fortemente influenzata dal volume della bottiglia e si manifesta in modo più rapido nelle bottiglie di piccolo volume. Questo fatto è spiegato in maniera evidente dal valore del rapporto tra volume e superficie della bottiglia. Valori elevati di questo rapporto garantiscono migliore barriera alla CO2, poiché per ogni cm2 di superficie del contenitore si ha una maggiore quantità di bevanda contenuta. Questo fatto rallenta la velocità di permeazione della CO2 dalla bottiglia verso l’esterno e aumenta quindi la vita di scaffale della bottiglia a parità di condizioni di conservazione.