L'impronta di carbonio dei manufatti da PFU

È stato siglato da Ecopneus e dal Ministero dell'Ambiente un accordo volontario per la definizione di un sistema specifico di misurazione, riduzione e neutralizzazione dell'impronta di carbonio (carbon footprint) dei manufatti realizzati con gomma derivante dal riciclo e dal recupero degli pneumatici fuori uso (PFU). L'accordo si inserisce tra le iniziative di eccellenza della collaborazione tra pubblico e privato promosse dal Ministero dell'Ambiente nell'ambito del programma di valutazione dell'impronta ambientale, ossia la quantità totale di gas serra emessi per la realizzazione di un prodotto o di un servizio, alla quale partecipano un centinaio di aziende italiani operanti in diversi settori industriali.
Ecopneus è la prima società consortile ad aderire all'iniziativa, tra tutte le realtà italiane impegnate nel riciclo di rifiuti. L'accordo, della durata di 12 mesi, ha come obiettivo: la definizione di una metodologia di calcolo dell'impronta di carbonio applicabile all'intero settore relativo alla produzione di manufatti realizzati con gomma derivante da recupero di PFU; l'individuazione di una serie prodotti su cui applicare tale calcolo; l'analisi dell'impronta di carbonio nelle diverse  fasi del ciclo di vita dei prodotti individuati; l'individuazione delle possibili misure da attuare per ridurre e neutralizzare le emissioni nel ciclo di vita dei prodotti individuati.
"Questo accordo volontario ha un valore particolare non solo perché la società consortile è la prima tra gli attori del segmento dei rifiuti ad aderire al programma Carbon Footprint, ma anche perché il recupero degli pneumatici fuori uso e il loro riutilizzo sotto forma di materia e di energia dà un contributo importante al miglioramento dell'ambiente", ha commentato il ministro dell'ambiente, Corrado Clini. "Ecopneus è impegnata da sempre in numerose attività di ricerca e di sperimentazione, volte alla massima valorizzazione dei PFU e a creare le condizioni idonee allo sviluppo in Italia di un moderno comparto industriale del riciclo di questi materiali. Crediamo fermamente che proprio l'utilizzo di materie prime seconde recuperate dal trattamento dei PFU in prodotti destinati a diversi settori industriali potrebbe essere il volano per lo sviluppo di un mercato "green" in Italia che utilizzi al meglio le materie provenienti da processi di recupero e riciclo", ha dichiarato il direttore generale di Ecopneus, Giovanni Corbetta.
Ogni anno nel nostro paese arrivano a fine vita circa 350 mila tonnellate di pneumatici, delle quali quasi l'80% è gestito da Ecopneus. Le applicazioni dei materiali derivanti dai processi di lavorazione dei PFU spaziano dalle superfici per attività sportive agli asfalti stradali con bitume modificato, dai cordoli agli spartitraffico, dai rivestimenti protettivi ai materiali isolanti per edilizia.