La cultura della plastica secondo Kartell
Il 29 gennaio presso il Museo Kartell a Noviglio, in provincia di Milano, è stato presentato il volume "Kartell - The culture of plastics" edito da Taschen. Si tratta di un'opera monografica sull'azienda italiana nota in tutto il mondo per la produzione industriale di arredamento e complementi d'arredo in plastica, che ha fatto di innovazione, creatività e colore i propri punti di forza.
Il libro di 400 pagine ripercorre la storia di Kartell, prima sotto la guida di Giulio Castelli, che l'ha fondata nel 1949, e poi di Claudio Luti, che ne ha raccolto l'eredità nel 1988. Hans Werner Holzwarth, professore di visual communication alla Bauhaus University di Weimar, ed Elisa Storace, curatrice del Museo Kartell, hanno realizzato un volume disponibile in due versioni: in italiano, spagnolo e portoghese e in inglese, francese e tedesco. Introdotto da un saggio di Silvana Annicchiarico e da una dedica di Franca Sozzani, si divide in singole sezioni che ripercorrono i sei decenni della storia industriale dell'azienda con testi storico-critici firmati da esperti, critici, direttori di museo. È, inoltre, corredato da una moltitudine di immagini, disegni e schizzi.
Dagli Anni Cinquanta e Sessanta, analizzati da Gillo Dorfles e da Deyan Sudjic, agli Anni Sessanta e Ottanta, ripercorsi da Chantal Hamaide e da R. Craig Miller, fino agli Anni Novanta e Duemila, visti da Marie-Laure Jousset e da Giovanni Odoni, tutti gli autori hanno sviluppato le proprie riflessioni partendo dalle personalità peculiari e versatili di Giulio Castelli e di Claudio Luti e dei designer che ne hanno interpretato il pensiero e la visione imprenditoriale. Completano l'insieme due interviste con Claudio Luti, a cura di Giulia Crivelli e di Giovanni Odoni.
"Fare un libro su Kartell è molto più che concepire un libro di design", spiega Luti. "Parlare di questo marchio vuol dire, infatti, parlare di una famiglia, di una città, e dell'idea pionieristica che scoprì, grazie a un nuovo materiale, la cultura della plastica".