La prevedibile evoluzione del mercato dei contenitori in HDPE

Il mercato dei contenitori per liquidi in HDPE è nato negli Anni Cinquanta, è cresciuto continuamente, diventando un prodotto "high commodity" con un basso margine di contribuzione: è utilizzato su larga scala in tutti i Paesi del mondo per confezionare liquidi, eccetto bevande che rimangono principalmente all'interno del segmento PET.

In questi settant'anni di vita, il progresso tecnologico e le esigenze dei consumatori hanno contribuito a modificare i processi produttivi, rendendoli più affidabili, più efficienti e più veloci.

Secondo AlphaMAC, in quanto azienda del Gruppo IMA, uno dei leader mondiali nel settore delle macchine per il confezionamento, è quindi lecito chiedersi quale potrebbe essere la prevedibile evoluzione di questi prodotti, alla luce dell'economia circolare che impegna il settore in un esercizio di “think-different” tanto affascinante quanto complesso.

La materia prima è ampiamente disponibile e si consolidano i processi di riciclabilità per creare nuova resina (PCR): occorre una nuova generazione di macchine che possano utilizzare percentuali molto elevate di PCR, in versione mono o multistrato.

Design e marketing giocano un ruolo non secondario nella transizione ecologica necessaria: il peso dei contenitori deve continuare a diminuire, il numero dei colori utilizzati deve essere ridotto per favorire la riciclabilità, mentre il cambio rapido dei colori è diventato un must per le teste di estrusione.

Le macchine di nuova generazione disporranno di soluzioni scalabili per il processo di estrusione, in modo da consentire l'utilizzo di materiali biocompostabili e/o biodegradabili: tali materiali sono disponibili, ma comunque in quantità limitate e a costi relativamente elevati.

Su questo tema vale la pena citare una recente indagine di mercato che ha messo in luce la disponibilità dei consumatori appartenenti alle generazioni “baby boomer” e “Z” a pagare una cifra più alta per un prodotto che si presenta in bottiglie “eco-friendly”.

Tornando al tema delle macchine per estrusione soffiaggio, è assolutamente necessario ridurre i consumi energetici: un censimento statistico del parco macchine esistente sul mercato occidentale ha rivelato che è costituito per oltre il 73% da macchine a movimento idraulico.

Il passaggio alle macchine elettriche comporta un risparmio energetico diretto di oltre il 35% e indiretto, compresi i costi di utenze e manutenzioni, di oltre il 55%: questa è una delle pietre miliari per l'applicazione del concetto di economia circolare a questa tecnologia.

Non solo, l'accurata gestione del downstream delle macchine per soffiaggio, la drastica riduzione del personale legato al confezionamento finale delle bottiglie, il grado di automazione e tracciabilità del prodotto sono altri elementi di sfida e di riduzione dei costi delle bottiglie in HDPE.

A questo punto, l'economia circolare, la transizione ecologica e il concetto di Industria 4.0 si incontrano per generare processi produttivi innovativi, con impianti a bassa richiesta di manodopera, basso consumo energetico e alta efficienza, completamente interconnessi, con conseguente TCO competitivo.

Questo scenario, compatibile con l'evoluzione generale del mondo moderno, richiede investimenti economici, ricerca tecnologica e, soprattutto, l'impegno delle imprese per raggiungere l'obiettivo prefissato, altrimenti la loro competitività sarà notevolmente ridotta.

AlphaMAC ha seguito queste linee guida proponendo al mercato macchine e soluzioni complete che coprono le esigenze dettate da tale ulteriore passo avanti di un'affascinante tecnologia che, nata settant'anni fa, trova ancora un suo valido posto nel mondo del packaging per prodotti liquidi.

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