Bollette, Assorimap: "In un anno +345%, servono misure strutturali"
Con un comunicato stampa del 17 febbraio, Assorimap, l’associazione nazionale dei riciclatori e rigeneratori di materie plastiche, interviene sul caro bollette che negli ultimi mesi affligge pesantemente il settore manifatturiero italiano, compreso, dunque, quello del riciclo, chiedendo al Governo interventi strutturali decisi e urgenti.
"L'intervento che il Governo starebbe varando per fronteggiare il caro bollette garantirebbe una boccata d'ossigeno, ma è sempre più urgente adottare misure strutturali e ad ampio respiro. I numeri sono eloquenti e mostrano come l'approccio emergenziale non sia sufficiente. Basti pensare che un'impresa attiva nel riciclo della plastica nel dicembre 2021 ha registrato rincari in bolletta pari al +345% per la sola componente energia rispetto allo stesso mese del 2020 e +395% rispetto al 2019. Se nel 2019 la bolletta di un’impresa del riciclo si aggirava mediamente sui 150 mila euro al mese, oggi arriva anche a 540 mila”, si legge nella nota.
“È quindi evidente che ci sia bisogno di azioni decise e strutturali, come sta avvenendo in altri Paesi europei: la Francia, per esempio, ha assicurato un contenimento del caro bollette entro il 4%. Il Governo italiano si muova in questa direzione, altrimenti accumuleremo un enorme gap di competitività su scala internazionale. Rischiamo di scontrarci con un amaro paradosso”, prosegue Assorimap.
“Economia circolare e transizione ecologica vengono collocate costantemente in cima all'agenda politica, ma i rincari in corso stanno soffocando le imprese che ne costituiscono il cuore pulsante. Investire sulla Green Economy non può prescindere da sostegni strutturali a queste realtà. In termini di sostenibilità le imprese di Assorimap rappresentano un'eccellenza: per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio e 3000 kWh di energia elettrica e si riducono le emissioni di CO2 di 1,4 di tonnellate equivalenti di petrolio”, aggiunge l’associazione.
“Bisogna partire da questi elementi, per programmare azioni in grado di contrastare in pianta stabile i rincari energetici. Non farlo soffocherebbe l'economia circolare e comprometterebbe il processo di transizione ecologica per l'Italia", conclude il comunicato stampa.