Bergamo: realtà, prospettive e la questione del valore
Nella provincia di Bergamo la filiera della lavorazione delle materie plastiche conta all'incirca 200 imprese, con un fatturato complessivo di 1,4 miliardi di euro e oltre 5500 occupati. Alla luce della rilevanza del settore nel territorio bergamasco, UBI Banca e Banca Popolare di Bergamo hanno condotto, in collaborazione con Cesap (Centro Sviluppo Applicazioni Plastiche) e Confindustria Bergamo, un'analisi focalizzata su un campione di 41 imprese rappresentativo dell'intera filiera. Il campione è stato infatti suddiviso in quattro cluster focalizzati rispettivamente su:
1) produzione di granuli e compound;
2) stampaggio sia per conto proprio che per conto terzi;
3) soffiaggio ed estrusione;
4) commercializzazione, sia di intermedi sia di prodotti finiti.
Per ciascun cluster, l'analisi è stata centrata su due aspetti principali: i fattori critici per le prospettive di sviluppo delle imprese e la creazione di valore da parte delle stesse in favore dei loro soci.
Il primo tema è stato approfondito mediante un questionario riguardante l'organizzazione del processo produttivo, gli investimenti in ricerca e sviluppo, l'impiego del marchio, la diversificazione geografica delle vendite, i punti di forza competitiva e quelli di debolezza, le strategie adottate in reazione alla crisi, la propensione alla crescita esterna e il modello di gestione aziendale. Le risposte al sondaggio permettono di delineare il profilo di una "impresa tipo" che: esternalizza poco, investe poco in ricerca e sviluppo, vende prevalentemente a marchio proprio, realizza almeno la metà del fatturato all'estero, è cresciuta quasi esclusivamente per linee interne ed è a gestione familiare.
Sotto il profilo della competitività, questa "impresa tipo" ha nella qualità dei prodotti e nella flessibilità dei processi produttivi i principali punti di forza, punta sull'ampliamento della gamma prodotti e sull'accesso a nuovi mercati per rafforzare la posizione competitiva e vede le principali minacce nei costi di produzione elevati e nello scarso utilizzo della capacità. Infine gli oneri amministrativi e burocratici rappresentano il principale ostacolo alla competitività. Gli scostamenti da questo profilo fra imprese appartenenti a cluster diversi non appaiono particolarmente significativi.
L'impresa tipo con queste caratteristiche rappresenta un modello vincente sotto il profilo economico- finanziario? Per rispondere a questa domanda la seconda parte dell'analisi è stata focalizzata su un'indagine prospettica della capacità dei cluster di imprese di creare valore per i propri soci. In base a proiezioni che anticipano una crescita del fatturato aggregato in graduale ripresa nei prossimi tre anni, con margini operativi in relazione al fatturato anch'essi in progressivo miglioramento e investimenti in linea con quelli di mantenimento della capacità produttiva esistente, tutti i cluster dovrebbero giungere a creare valore nel 2016, vale a dire nel penultimo anno del periodo di previsione.
In base alle stime, nel 2014 solo il cluster delle imprese che producono tramite soffiaggio ed estrusione dovrebbe creare valore in virtù del fatto che, in aggregato, il ritorno sul capitale investito (ROI) di questo cluster supera il costo del capitale investito. Per il cluster dello stampaggio il ROI dovrebbe superare il costo del capitale investito nel prossimo anno, mentre per gli altri due cluster (granuli/compound e commercializzazione) nel 2016.
Nel contempo, per tutti i cluster, da un lato la posizione finanziaria è proiettata verso un miglioramento grazie alla capacità di creare liquidità netta e, dall'altro, la solidità patrimoniale è prevista in progressivo rafforzamento per effetto della capitalizzazione degli utili realizzati e della conseguente riduzione della leva finanziaria.
Pertanto, nel quadro di una ripresa graduale del fatturato e della redditività operativa del settore, le imprese del campione appaiono ben posizionate sotto il profilo dell'equilibrio finanziario e della solidità patrimoniale, ma solo tendenzialmente per quanto riguarda la creazione di valore per i soci, ad eccezione del cluster delle imprese che producono per soffiaggio ed estrusione, per le quali già oggi il ritorno sul capitale investito è superiore al costo. Ciò significa che per molte aziende del campione l'attesa ripresa di fatturato e redditività è una condizione necessaria per garantire che nel tempo il valore delle imprese aumenti, anziché diminuire a causa della progressiva distruzione di valore. Tuttavia gli effetti positivi della ripresa possono essere moltiplicati se le attività volte a rafforzare la posizione competitiva delle imprese si intensificano soprattutto nell'area dell'innovazione (che appare indietro rispetto ai progressi compiuti sul fronte della qualità dei prodotti e della flessibilità dei processi produttivi) e dell'ottimizzazione del capitale investito.