Agricoltura per le bioplastiche

La superficie necessaria per ottenere la quantità di colture sufficienti a soddisfare l'attuale produzione di bioplastiche è inferiore allo 0,006% dell'intero suolo agricolo globale, pari a 5 miliardi di ettari. Tale percentuale irrisoria, metaforicamente parlando, corrisponde alle dimensioni di un pomodorino rispetto a quelle della Torre Eiffel. È questo quanto emerge da uno studio pubblicato da European Bioplastics sulla base dei dati forniti dalla FAO ed elaborati dall'Istituto per le Bioplastiche e i Biocompositi (IfBB) dell'Università di Hannover.
In un mondo in cui la popolazione e la richiesta di cibo crescono rapidamente, l'utilizzo delle colture per scopi non alimentari è spesso motivo di accesi dibattiti. Dei 13,4 miliardi di ettari di superficie terrestre globale, circa il 37% (5 miliardi di ettari) sono oggi utilizzati a scopo agricolo. In tale estensione sono compresi pascoli (70%) e suolo arabile (30%). Questo 30% è ulteriormente ripartito in colture destinate all'alimentazione (27%), alla produzione di materiali (2%, inclusa la quota destinata alle bioplastiche) e a quella di biocarburanti (1%). Questi dati sono chiari: lo 0,006% utilizzato per le colture destinate alla produzioni di bioplastiche non entra certo in competizione con il 98% utilizzato per pascoli e colture alimentari.
Secondo European Bioplastics, i fattori chiave per garantire il giusto equilibrio tra l'utilizzo di suolo agricolo per la produzione di bioplastiche innovative e per le colture alimentari sono rappresentati dal miglioramento dell'efficienza delle tecnologie agricole e della resa delle colture, in abbinamento a programmi affidabili e indipendenti di sviluppo sostenibile.