Emergenza raccolta PFU: Ecopneus commenta il provvedimento del Ministero dell’Ambiente
L’11 dicembre il Ministero dell’Ambiente, con Direttiva a firma di Laura D’Aprile, direttore generale per l’economia circolare, ha prescritto a una parte dei soggetti responsabili della gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia (tutte le forme associate e i sistemi individuali con immesso superiore a 200 tonnellate all’anno) le modalità per intervenire nella situazione di emergenza rappresentata dai PFU giacenti presso i punti vendita di pneumatici sul territorio nazionale.
Il provvedimento obbliga tutti i soggetti responsabili alla raccolta sul territorio di una quota aggiuntiva del 15% rispetto al target di riferimento derivante dal DM 182/2019, con conseguente eventuale adeguamento del contributo ambientale fissato. Tale quota integrativa al target potrà essere ulteriormente incrementata fino al 20% con l’emissione di un nuovo provvedimento.
“Condividiamo appieno l’intervento del Ministero dell’Ambiente e siamo già al lavoro per la sua immediata applicazione”, ha commentato Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero di PFU, costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia.
“Il provvedimento, ci dà l’obbligo formale e ci permette di intervenire nell’unico modo possibile per affrontare immediatamente un problema che da mesi, con particolare criticità, pesa sugli operatori della sostituzione dei pneumatici, ma che da anni investe anche il lavoro di Ecopneus.
Per questo, il tema degli extra quantitativi rispetto agli obiettivi di raccolta è da diversi anni al centro dell’attenzione di Ecopneus, con uno sforzo per individuare possibili soluzioni al fine di assicurare la completa raccolta dei PFU generati nel mercato del ricambio e soprattutto per prevenire emergenze sul fronte della tutela ambientale e della salute dei cittadini, potenzialmente connessi all’eccessivo stoccaggio presso i gommisti e all’abbandono dei PFU nell’ambiente. Questi restano gli obiettivi per cui esiste Ecopneus.
Una situazione complicata, cui abbiamo fatto fronte nel tempo con uno sforzo che ogni anno, fin dal 2011, ci ha visto raccogliere oltre l’obiettivo di legge anche fino a oltre il 10%, per un totale di 130 mila tonnellate fino a oggi”, ha aggiunto il direttore generale di Ecopneus.
“Proprio da questo senso di responsabilità è nato anche il progetto “Cambio pulito”, che tra il 2015 e il 2019, partendo da Ecopneus, ha coinvolto anche i principali soggetti nazionali responsabili della raccolta dei PFU, le associazioni di categoria dei gommisti e dei produttori di pneumatici, con il coordinamento di Legambiente.
Grazie al provvedimento emesso, nei prossimi mesi la situazione di attuale congestione di molti punti di sostituzione pneumatici andrà progressivamente ad alleviarsi e risolversi; resta però più che mai attuale l’imperativo di arrivare a un sistema di tracciamento e controllo che permetta di combattere l’ingresso irregolare di pneumatici nel mercato nazionale.
La dimensione del fenomeno, stimata dagli operatori del settore non inferiore in media a 30-40 mila tonnellate ogni anno in tutta Italia, resta il vero problema del sistema e il primo nodo da affrontare, per proteggere l’ambiente, la nostra salute e il lavoro degli operatori onesti, fortemente penalizzati da queste pratiche illegali”, ha concluso Corbetta.