Il sindaco di New York Bill De Blasio porterà a termine una missione iniziata dal suo predecessore Micheal Bloomberg: dal prossimo primo luglio la Grande Mela vieterà definitivamente il possesso, la vendita e la distribuzione di contenitori in polistirene espanso per cibi e bevande da asporto. Il motivo? La difficoltà di riciclarli. Il provvedimento peraltro non rappresenta una novità negli Stati Uniti, dato che tale bando è già in vigore in altre città quali Washington, Minneapolis, San Francisco, Oakland, Portland, Albany e Seattle.
“Questi prodotti causano reali danni ambientali. Abbiamo opzioni e alternative migliori e se altre città ancora nel paese seguiranno il nostro esempio e istituiranno simili divieti, tali alternative diverranno presto ancora di più e meno costose. Rimuovendo circa 30 mila tonnellate di rifiuti in polistirene espanso dalle nostre discariche, dalle nostre strade e dai nostri corsi d’acqua, questo provvedimento rappresenta un ulteriore passo verso una città più grande e più verde”, avrebbe dichiarato il sindaco De Blasio. Il provvedimento prevede una moratoria di sei mesi fino al primo gennaio 2016 prima dell’applicazione delle sanzioni previste per i trasgressori, che nel primo anno del bando riceveranno comunque un avviso prima dell’applicazione effettiva delle sanzioni stesse
Il bando risale al 2013, ma era stato sospeso a fronte della disponibilità di ACC (American Chemistry Council) di valutare la tecnologia per il riciclo dei contenitori in EPS e la loro effettiva riciclabilità. ACC si è dichiarata perplessa dal provvedimento, che potrebbe accrescere il conferimento in discarica di imballaggi alimentari alternativi. Inoltre ha evidenziato che il divieto potrebbe avere ricadute economiche da non sottovalutare. Nel solo stato di New York, quattro società attive nel settore degli imballaggi alimentari in materiale espanso con nove stabilimenti occupano 1563 persone, corrispondenti a circa 47,5 milioni di dollari di stipendio e 2,3 milioni di dollari di tasse statali.