Secondo un recente studio di Plastics Industry Association sull’andamento dell’industria statunitense delle materie plastiche nel 2016, il settore nel suo complesso mostra incoraggianti segnali di crescita. Due i fattori di particolare rilievo che emergono dallo studio:

- l’occupazione cresciuta dell’1%, passando da 954 mila a 965 mila addetti (che diventano oltre 1,7 milioni se si considera l’indotto);

- il fatturato (404,4 miliardi di dollari) in calo del 3% rispetto al 2015 a causa del ribasso dei prezzi di materie prime e gas naturale; anche in questo caso, allargando lo sguardo all’intera catena della fornitura, il fatturato supera i 552 miliardi di dollari.

Nonostante il calo evidenziato dal fatturato, i vertici dell’associazione confermano la solidità del mercato interno e il ruolo primario che la plastica gioca fra i consumatori americani.

La California detiene il primato di stato con il maggior numero di addetti nell’industria della plastica (77 mila operatori), scalzando dalla vetta del podio il Texas. L’Indiana, invece, annovera la maggior quantità di addetti ai lavori per abitante: ogni 1000 lavoratori non agricoli dello stato, 16,5 sono impiegati nell’industria delle materie plastiche.

L’occupazione è destinata a crescere nei prossimi anni, anche se a un passo più lento per via del cosiddetto divario di competenze (skill gap) e della scarsità di forza lavoro qualificata. Anche a tale proposito, l’associazione ha annunciato misure concrete - nate dalla collaborazione con il governo - a favore di una vera e propria rinascita del manifatturiero, che potrà contare su una nuova generazione di forza lavoro.