Un importante passo in avanti in campo anatomico è stato compiuto grazie a un recente progetto italiano che vede protagonisti Università degli Studi di Firenze e Bompan, importatore esclusivo di Mimaki in Italia, e che fa leva sulla tecnologia di stampa 3D di Mimaki. Università e azienda hanno collaborato per stampare in 3D un cuore utilizzando la stampante 3D UV LED 3DUJ-553 di Mimaki, contraddistinta dall’uso di profili colore e di un metodo di polimerizzazione UV LED che consentono una riproduzione di una gamma di oltre 10 milioni di colori in quadricromia CMYK, bianco e trasparente con qualità fotografica, impiegando inchiostri contenenti resina acrilica capace di generare una resistenza equivalente all’ABS.
Il risultato di questo progetto pilota è stato molto positivo e incoraggiante: secondo Ferdinando Parternostro, medico e professore associato presso la Sezione di Anatomia del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi di Firenze, Giacomo Gelati, medico e specializzando, la stampante di Mimaki ha consentito di produrre un cuore tridimensionale con buone dimensioni e con una buona definizione dei dettagli, e soprattutto con un’ottima fedeltà cromatica. “Siamo rimasti impressionati da questa tecnologia che offre davvero una stampa full color con una gamma vastissima di colori, e che ci ha così consentito di raggiungere un traguardo fondamentale nello studio anatomico. Seppur vi siano svariate tecnologie 3D che consentono di ottenere riproduzioni con fedeltà morfologica, quello su cui stiamo lavorando intensamente è la riproduzione della qualità del colore”.
Perché il colore sia così importante lo spiega Ferdinando Paternostro: “Di fatto, le varie strutture anatomiche che troviamo sul campo operatorio o in sala settoria emergono all’atto di dissezione chirurgica o anatomica mostrandosi con il proprio colore e immerse in un contesto topografico di vari colori. Distinguere le strutture nel loro contesto topografico anatomico non è così semplice, e il colore gioca un ruolo cruciale”. In una parola, il dato cromatico è essenziale all’atto dell’apprendimento e, consequenzialmente, all’atto del riconoscimento di quella struttura durante una dissezione chirurgica o anatomica. Ed è questo l’obiettivo del team: sfruttare qualità cromatica, replicabilità e resistenza nel tempo dei pezzi stampati in 3D nella pratica medica.
“I pezzi che possiamo realizzare la tecnologia di stampa 3D sono cromaticamente e morfologicamente realistici, misurabili, ripetibili. Potenzialmente, con questo metodo potremo varcare ulteriori frontiere. Pensando, per esempio, all’anatomia patologica, sarà possibile creare un organo in 3D che mostri le anomalie determinate da una specifica patologia, rendendo così disponibile uno strumento di grande utilità sia per la preparazione di un eventuale intervento chirurgico, sia per la comunicazione con il paziente”, ha aggiunto Paternostro.
Secondo il team dell’Università degli Studi di Firenze, la stampa 3D può concretamente contribuire a trasformare il mondo della didattica e della ricerca medico-scientifica. Sebben ancora in fase iniziale, la strada imboccata sembra essere quella giusta, grazie all’opportunità di sostituire i preparati anatomici e i plastinati di varianti anatomiche - entrambi di grande valore, ma delicati, deperibili e dunque utilizzabili solo in determinati contesti - con pezzi anatomici stampati in 3D, a disposizione di atenei universitari, istituti di ricerca e ospedali e cliniche.
“Siamo entusiasti di questa collaborazione con il team dell’Università degli Studi di Firenze. Questo progetto dimostra e conferma le qualità superiori della nostra tecnologia di stampa 3D: la stampante 3DUJ-553 si è infatti rivelata come la soluzione più idonea, di fatto l’unica in grado di ottenere l’elevata fedeltà e consistenza cromatica, nonché una definizione ultrarealistica dei dettagli richieste per queste applicazioni. Siamo convinti che questa tecnologia troverà ampio utilizzo in ambiti diversi e le opportunità saranno ancora maggiori con l’imminente arrivo della 3DUJ-2207, una versione dal design più compatto e più accessibile, ma dotata della medesima tecnologia della 3DUJ-553”, ha concluso Andrea Ferrante, specialista della 3D di Bompan.