Anche nel 2023, in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo che si celebra ogni anno il 18 marzo, Conai ha diffuso la prima stima sul riciclo di imballaggi, secondo la quale nell’anno in corso dovrebbe raggiungere 11 milioni di tonnellate, pari al 75% dell’immesso al consumo. Una percentuale, questa, in crescita rispetto agli anni precedenti e di dieci punti superiore al 65% che l’Unione Europea chiede ai suoi Stati membri entro il 2025.
Nel dettaglio, il 2023 dovrebbe vedere avviato a riciclo quasi il 59% di imballaggi in plastica e bioplastica, oltre a più del 77% di imballaggi in acciaio, al 67% di imballaggi in alluminio, più dell’85% di imballaggi in carta e cartone, al 63% circa di imballaggi in legno e all’80% circa di imballaggi in vetro.
Secondo Conai, la situazione internazionale attuale e l’aumento del costo della vita destano ancora preoccupazione e potrebbero impattare sui consumi più di quanto stimato e, quindi, le percentuali di riciclato potrebbero variare, poiché calcolate sulle quantità di imballaggi immesse nel mercato. Ma, dopo il picco della crisi pandemica, che non ha frenato raccolta differenziate e riciclo, il 2023 dovrebbe essere contraddistinto da una rinnovata vitalità del comparto.
In base alla stima, pur con la prudenza dettata dalle circostanze, il nostro Paese dovrebbe chiuduere l’anno con una quantità di imballaggi immessi sul mercato superiore a quella dei livelli pre-pandemia. Prevedibilmente la ripresa dei consumi, nonostante il cambiamento di abitudini e stile di vita degli italiani instauratosi tra 2020 e 2021 a causa della pandemia, farà superare quota 14 milioni e mezzo di tonnellate di packaging immesse nel mercato.
“Dobbiamo continuare a impegnarci, soprattutto in vista dei nuovi obiettivi comunitari di cui Conai è garante per l’Italia. Il nostro Paese è già leader in Europa in questo settore, con un pro-capite di riciclo degli imballaggi che ci vede al primo posto. Un primato che va difeso e che deve portarci a fare sempre di più. È necessario un cambio di paradigma: le nostre città devono essere viste come miniere urbane che producono risorse, non scarti. E non possiamo smettere di lavorare per promuovere l’ecodesign: lavorare per immettere sul mercato dei pack sempre meno impattanti è fondamentale. È anche grazie alla prevenzione se un maggior numero di imballaggi, oggi, non è più sinonimo di maggiore inquinamento”, ha commentato Luca Ruini, presidente di Conai.