Non accenna a fermarsi la crescita dei costruttori italiani di macchine per l’imballaggio. Secondo i dati preconsuntivi del Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), nel 2018 il fatturato di settore è lievitato di altri 6,8 punti percentuali, arrivando a sfiorare i 7,7 miliardi di euro.

A quest’ulteriore traguardo hanno contribuito sia il mercato italiano sia quelli internazionali. Le vendite oltre confine, infatti, hanno superato in valore i 6 miliardi di euro, con un incremento del 6,6% sull’anno precedente.

Secondo gli ultimi dati disaggregati disponibili e relativi ai primi otto mesi del 2018, l’area in cui sono state registrate le performance migliori è il Nord America, che cresce del +27,2%, con gli Stati Uniti che si confermano il primo mercato di sbocco delle tecnologie made in Italy e fanno registrare una crescita record del +35,4%.

Al secondo posto troviamo Africa e Australia (+15,3%), seguite da Unione Europea (+9,6%) e Sud America (+2,5%). Risultano in calo, invece, le esportazioni nei paesi europei non appartenenti all’UE (-5,8%) e in Asia (-2,4%). Per quanto riguarda l’andamento dei singoli paesi, dopo gli Stati Uniti, si confermano sul podio Francia (con un incremento del +3,1%) e Germania (+1,5%).

È proseguito anche nel 2018 il buon andamento dell’Italia, che ha generato ricavi per 1,6 miliardi di euro (+7,5%). “È certamente merito in parte del piano Industry 4.0, che ha favorito l’adozione delle più innovative tecnologie da parte della clientela italiana, ma anche della ripresa del mercato”, ha dichiarato il presidente di Ucima, Enrico Aureli. “Destano però preoccupazione le politiche economiche e sociali del Governo che, ad oggi, mostrano scarsa attenzione verso il mondo produttivo e che rischiano di marginalizzare l’Italia sullo scacchiere europeo”.

Per quanto riguarda il 2019 prevediamo un lieve rallentamento della crescita”, ha aggiunto il presidente degli industriali di Villa Marchetti. “Secondo i dati elaborati dal nostro Centro Studi, gli ordinativi dovrebbero crescere a un ritmo compreso tra l’1 e l’1,5%”.