È una vera e propria alzata di scudi quella cui stiamo assistendo in questo periodo, addirittura in queste ore, contro la plastic tax, che suscita critiche, proteste e reazioni non solo dai settori strettamente e direttamente interessanti, quello della trasformazione delle materie plastiche e quello degli imballaggi in plastica, ma anche di quelli contigui o affini. È il caso della Federazione Carta e Grafica che attraverso una nota stampa denuncia la sua forte preoccupazione per la attuale formulazione della plastic tax prevista dalla Legge di Bilancio 2020 e ritiene che il Governo debba correggere il testo.
“La filiera della carta e della trasformazione, con costante attività di ricerca e sviluppo, produce imballaggi sostenibili e preziosi, in quanto altamente riciclabili. Una componente plastica, nelle applicazioni destinate agli imballaggi a contatto con gli alimenti, rimane essenziale per la sua funzione di protezione e salvaguardia degli alimenti. In questi utilizzi però la plastica non può, per legge, essere “da riciclo”, non può essere sostituita e costituisce una parte largamente minoritaria di imballaggi che restano di carta, materiale circolare per eccellenza. La norma, che come è scritta ora, prevede la tassa anche su queste minoritarie componenti insostituibili e necessarie di plastica, finirebbe per penalizzare proprio ciò che vuole promuovere: ovvero la prospettiva circolare dell’economia e l’utilizzo di materiali riciclabili. Ci auguriamo che presto il Governo intervenga”, si legge nella nota.
“Il nostro appello al Governo e al Parlamento è che nelle riflessioni in corso in queste ore sulla legge di bilancio si possa inserire nel maxi emendamento del Governo una norma che escluda i manufatti nei quali la presenza di materiale plastico non sia prevalente”.