Lo stato dell’arte del digital manufacturing

Settanta realtà produttive italiane operanti in più comparti - gomma e materie plastiche, chimica, automotive, armi sportive, mobili per ufficio, lavorazioni meccaniche ecc. - hanno partecipato a uno studio condotto su scala nazionale dal laboratorio di ricerca RISE dell’Università degli Studi di Brescia nel biennio 2014-2015. Scopo dello studio è stato quello di comprendere dove e come si collocano le imprese manifatturiere italiane rispetto alla montante onda tecnologica che vede gli oggetti materiali e i servizi immateriali integrarsi sempre più. Si parla quindi di tecnologie quali la stampa 3D, internet delle cose (IoT), realtà aumentata, intelligenza artificiale e nanotecnologie.

I risultati dello studio sono stati presentati giovedì 4 giugno presso la sede del CSMT (Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico) di Brescia. In quella sede è emersa una sostanziale scarsa conoscenze di queste tecnologie - con esclusione della stampa 3D, nota al 61% del campione e già utilizzata dal 27% - da parte delle imprese intervistate. Secondo l’indagine RISE, il principale ostacolo alla diffusione di queste tecnologie sta nella difficoltà che le aziende sperimentano nel reperire risorse competenti. Meno significativa risulta essere invece l’onerosità degli investimenti in attrezzature e strumenti.

Per rendere ancora più incisiva la presentazione dei risultati dello studio, giovedì 4 giugno erano presenti nella sala bresciana del CSMT alcune delle realtà produttive italiane intervistate. Aziende del calibro di Givi, Armi Pietro Beretta e Dallara.

Givi, in particolare, è quella più vicina ai nostri lettori, dato che progetta e realizza “componenti di sicurezza per centauri” - leggasi: caschi per motociclisti - come anche borse rigide laterali e centrali per motocicli di varie marche. Si tratta quindi di linee di prodotto che - complessivamente - si basano sulla conoscenza di materiali quali compositi, tecnofibre e polimeri speciali, ma anche dei processi di produzione: gli stampi sono infatti realizzati internamente, come anche lo stampaggio mediante presse a iniezione.

Ebbene, Givi ha ribadito come l’uso della stampa 3D in fase di R&D non abbia solo abbassato sensibilmente i tempi necessari allo sviluppo di un nuovo prodotto, ma anche resa più certa la progettazione degli stampi e più efficace la funzionalità dei manufatti; leggasi: zero problematiche in fase di montaggio finale. Stampa 3D che inizialmente era affidata a studi esterni, ma che ormai rappresenta un patrimonio interno irrinunciabile.

Gianni Rusconi (in foto) - giornalista de Il Sole 24 Ore - ha svolto il ruolo di moderatore all’incontro bresciano.