Dove va la robotizzazione dello stampaggio

Nonostante il comparto dello stampaggio a iniezione europeo sia cambiato nel corso degli ultimi anni, Campetella rileva come, in effetti, le aziende trasformatrici del Vecchio Continente - e, quindi, del Belpaese - non siano state sopraffatte dall’emergere di realtà produttive asiatiche e mediorientali presagito fino a non molto tempo fa, e per alcuni ancora possibile, con conseguenze negative per l’industria nostrana. Secondo il costruttore marchigiano ciò è dovuto alla capacità e al coraggio degli stampatori europei e italiani di investire, ottimizzare i processi produttivi e fronteggiare crisi e concorrenza sleale, talvolta riducendo significativamente i margini e riversando gli utili nella produzione. Con esiti del tutto contrari a quelli nefasti previsti, come dimostra il fatto che grandi aziende multinazionali si affidino a trasformatori italiani ed europei per la produzione, per esempio, di articoli per la casa, contraddistinti da elevati standard di qualità funzionale ed estetica, o che le principali case automobilistiche mondiali facciano realizzare i componenti delle proprie vetture in Italia, Germania o Polonia. Campetella ritiene che, per continuare in questa direzione, un ruolo sempre più determinante sarà giocato dalla continua, crescente automazione dei processi di trasformazione, dove, però, non sarà più sufficiente dotare le presse a iniezione di robot a 3, 5 o 6 assi e “abbandonarle” nei reparti produttivi.

Tre elementi, invece, risulteranno fondamentali per essere davvero competitivi e trasformare la macchina in un’isola di lavoro realmente autonoma, anziché abbandonarla in reparto: robot, il che significa efficienza; controllo e, dunque, qualità; immagazzinamento, ossia logistica. I robot di Campetella presentano generalmente 3 o 5 assi (polso e rotazione servoassistiti), ma, soprattutto, sono veloci all’interno dello stampo, permettendo di ridurre il tempo di stampo aperto al minimo consentito, che è quello che conta per aumentare la produttività. La vasta offerta parte dalla nuova serie Prime, che oggi copre le presse fino a 350 tonnellate e ben presto verrà ampliata e assumerà il ruolo di gamma di base. Non si tratta di soluzioni entry level, che puntano esclusivamente al prezzo, ma di robot di qualità offerti al miglior prezzo possibile, senza scendere al di sotto di una certa soglia di prestazioni, per sostenere quella fascia di mercato che si difende grazie a qualità ed efficienza. Entro breve tempo la proposta di Campetella sarà completata, anche con la serie Aptitude, per soddisfare le esigenze più difficili in termini di prestazioni, precisione e capacità del controllore. Questa serie verrà destinata ad applicazioni IML, alla produzione di posate, al complicato posizionamento di inserti nell’industria automobilistica e in stazioni di pallettizzazione unificate per più presse: uno degli impieghi sempre più frequenti. Per quanto riguarda il controllo e, quindi, la qualità, se un tempo l’estrazione e il deposito a fianco della pressa erano sufficienti, oggi è necessario anche che tali operazioni siano fatte con assoluta correttezza. I sistemi di visione integrati nei robot sono le sentinelle che permettono di manipolare i prodotti senza rischi di mancata qualità o errore umano. Un buon sistema di visione dotato di una certa flessibilità può dare una grande spinta alla qualità del processo e del prodotto e contenere i costi. Infine, con l’immagazzinamento automatizzato oggi si è chiamati all’efficienza, consentendo all’operatore di supervisionare parti di impianti, anziché essere impegnato in attività manuali ripetitive e improduttive. L’azienda, grazie alla gamma Spin di robot Scara, montati su colonna verticale per raggiungere fino a 5 m di altezza, è in grado di automatizzare quasi qualsiasi fine linea, dalla formazione del cartone al corretto inserimento dei componenti stampati e controllati, fino alla costruzione del pallet pronto per essere consegnato.