Progetto sperimentale per ridurre l’inquinamento marino nel litorale laziale

Il 16 aprile sono stati presentati i primi dati relativi al progetto sperimentale di raccolta dei rifiuti plastici che ha visto protagonisti i pescatori di Fiumicino nella loro attività quotidiana di pesca a strascico. Presenti all’evento Massimiliano Valeriani, assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio, Antonio Protopapa, direttore ricerca e sviluppo di Corepla, Marco Lupo, direttore generale di Arpa Lazio, Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, Francesco Di Majo, presidente autorità di sistema portuale, Vincenzo Leone, comandante direzione marittima del Lazio, Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio e Roberto Arciprete, cooperativa pescatori Agci Agrital. Le zone di pesca in cui i 12 pescherecci coinvolti nel progetto hanno recuperato i rifiuti plastici vanno da Capo Linaro a Capo D'anzio, per una distanza pari a 64 miglia marine.

La prima tonnellata di rifiuti raccolta in sole tre settimane dalle reti dei pescatori, a una distanza compresa tra 3 e 14 miglia dalla costa e dai 16 ai 120 metri di fondale, risulta composta dal: 22% di tubi di gomma; 17% di film in plastica; 16% di reti da pesca e da cantiere; 15% di bottiglie in plastica; 14% di stracci e corde in canapa; 15% da altro materiale quale acciaio, organico, tetrapak, alluminio.

Dopo aver separato nelle diverse frazioni tutto il materiale raccolto, la parte plastica è stata ulteriormente selezionata per tipologia e sarà inviata a un centro di riciclo per valutarne la riciclabilità e ottenere nuova materia prima.

L’attività di “Fishing for litter” sarà estesa a breve a tutta la flotta di Fiumicino e a quella del porto di Civitavecchia, dove è stato già posizionato un cassone scarrabile per permettere ai pescatori di depositare i rifiuti raccolti.

Alla giornata, inoltre, hanno preso parte anche alcune classi della scuola elementare Giovan Battista Grassi di Fiumicino, che hanno partecipato a laboratori didattici sul tema del riciclo e della raccolta differenziata. Al termine dell’evento sono stati distribuiti il fumetto di “Capitan Ambiente”, realizzato dalla Regione Lazio, e tanti gadget in plastica riciclata per coinvolgere gli studenti su questo importante tema.

“Siamo la prima regione italiana ad avviare questo progetto su larga scala: nelle prossime settimane verrà esteso a tutta la flotta di Fiumicino e di Civitavecchia per arrivare poi anche al porto di Gaeta. Gli importanti risultati conseguiti in poco tempo evidenziano il valore di questa iniziativa. Grazie alla collaborazione delle istituzioni coinvolte, insieme alla partecipazione e all’impegno dimostrato dai pescatori, vorremmo rendere permanente questo intervento per contribuire alla tutela del nostro patrimonio marino”, ha dichiarato Massimiliano Valeriani.

“Il progetto Fishing for litter si inserisce nel programma di attività sperimentali e innovative che il consorzio promuove per la tutela del nostro bene più prezioso: il mare. Da una parte, monitorare la quantità e la tipologia dei rifiuti raccolti dai pescatori è indispensabile per comprendere le cause del littering e per individuare le azioni da mettere in campo in sinergia con le istituzioni. Dall'altra, guardando alla terraferma, amiamo ripetere che basta un gesto per fare la differenza: crediamo, infatti, che un'efficiente sistema di raccolta differenziata e circuiti virtuosi di riciclo siano i veri motori dell'economia circolare”, ha aggiunto Antonio Protopapa.

“Per Arpa Lazio, che impiega una parte importante delle sue competenze e delle sue risorse nelle attività di monitoraggio delle acque marino-costiere, è motivo di soddisfazione riscontrare che il Protocollo Fishing for litter ha precorso l’iniziativa varata dal Governo con il disegno di legge “Salva-mare”, con il quale condivide tutti gli elementi essenziali. Per di più i dati del monitoraggio condotto dall’agenzia nel periodo 2015-2018 nel contesto della cosiddetta “Strategia marina” dimostrano che oltre il 60% delle microplastiche presenti in mare derivano da degradazione delle macroplastiche, ovvero proprio da quella tipologia di rifiuti in mare sui quali il protocollo si propone di incidere”, ha concluso Marco Lupo.