Sirmax entra nel settore agricolo con teli per pacciamatura in materiale biodegradabile

I teli per pacciamatura realizzati con bioplastica di Sirmax Group, azienda specializzata nella produzione di termoplastici per vari settori di applicazione, hanno superato i test sperimentali in campo aperto in un progetto di ricerca a cura dell’Università di Torino. Sirmax Group, che già fornisce compound per diversi mercati, come auto, elettrico ed elettronico, costruzioni ecc., con questo risultato entra di fatto nel settore dell’agricoltura, dove sono ancora molte le sfide da affrontare legate alla sostenibilità, tra le quali rientra l’eliminazione delle microplastiche nel suolo derivanti dall’utilizzo di materiali convenzionali.

Il telo in questione per pacciamatura è realizzato con BioComp, una formulazione di materiale biodegradabile certificato “Biodegradable Soil” secondo la EN 17033:2018-3 sviluppato con l’obiettivo di portalo sul mercato affiancando le certificazioni di laboratorio “tradizionali” con studi specifici realizzati in campo aperto. Per la validazione, l’azienda ha collaborato a un progetto di ricerca condotto dall’Università di Torino volto a studiare il comportamento delle plastiche biodegradabili nei suoli agricoli analizzando materiali di diversi produttori. La sperimentazione, avviata presso il Centro Sperimentale dell’Università a Carmagnola (Torino), ha previsto la stesura di film pacciamanti su coltivazioni di mais per un intero anno e il monitoraggio delle prestazioni e di eventuali effetti collaterali sulla produzione, per valutarne l’efficacia in un contesto scientifico indipendente.

Dopo il periodo di studio, i risultati confermano che il film per pacciamatura realizzati con il materiale di Sirmax ha limitato lo sviluppo delle infestanti per l'intero ciclo colturale, senza che, tuttavia, siano state rilevate differenze nella produzione tra mais pacciamato e diserbato chimicamente e non pacciamato. Inoltre, le analisi di micro-bioplastiche nel suolo hanno mostrato una diminuzione della loro concentrazione nei sei mesi successivi alla raccolta della coltura, suggerendo un possibile processo di biodegradazione completo del materiale nel tempo senza alcun effetto negativo nel suolo. Una nuova sperimentazione è prevista per l’anno in corso, con l’obiettivo di consolidare i risultati ottenuti.

“Questo progetto”, ha dichiarato Alberto Zanon, responsabile divisione BioComp di Sirmax Group, “nasce con l’obiettivo di portare basi scientifiche ad un prodotto che può realmente contribuire a una gestione più responsabile delle risorse naturali nell’ambito dell’agricoltura, affiancando e portando benefici rispetto alle plastiche tradizionalmente utilizzate, con l’obiettivo di ridurre da un lato l’inquinamento dei terreni e dall’altro la produzione di rifiuti di difficile smaltimento. Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dallo studio perché Sirmax ha dimostrato di poter competere nel settore offrendo un prodotto biodegradabile con prestazioni all’altezza dell’applicazione per cui è destinato”. 

“Il lavoro che abbiamo effettuato con quattro dipartimenti dell'Università di Torino (scienze agrarie, chimica, biologia, veterinaria) assieme a Sirmax”, ha spiegato Francesco Ferrero, responsabile scientifico del progetto per l’Università di Torino, “ha avuto l’obiettivo di studiare il destino delle plastiche biodegradabili utilizzate per la pacciamatura del mais in termini di recupero di micro-bioplastiche nel suolo, biodiversità microbica e funzionalità del suolo e prestazioni agronomiche. La collaborazione tra Sirmax e l’Università di Torino rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra industria e ricerca accademica, finalizzata allo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili”.