Ossa incollate
Anche il destino del gesso usato fino a oggi in caso di fratture ossee sembra segnato, grazie a una speciale colla a base di polipropilene fumarato (PPF) - polimero biodegradabile e reticolabile per applicazioni ortopediche - messa a punto presso l'Università del Texas da un gruppo di scienziati guidato dagli italiani Mauro Ferrari e Ennio Tasciotti.
Lo studio, durato due anni, era stato commissionato da Darpa, l'agenzia per la ricerca del Ministero della difesa americano.
L'uso della colla è semplice: viene iniettata nella frattura e si solidifica alla temperatura corporea di 37°C, consentendo la giunzione delle ossa. La base di polipropilene contiene microsfere di silicone con una doppia funzione: rafforzare la pressa della colla sull'osso; dissolversi e rilasciare proteine, antibiotici e antidolorifici. La dimensione delle microsfere è stata accuratamente calcolata con modelli matematici affinché la solidificazione non sia troppo repentina e le cellule sono a prova di recesso immunitario, ossia progettate per non essere attaccate dagli anticorpi del paziente.
Prima di passare all'impiego sull'uomo, però, è ora necessario attendere l'esito dei test in corso sugli animali.