Accordo tra Novamont e sindacati per la CIG a Terni

 

Raggiunta l'intesa sulla richiesta di intervento dell'ammortizzatore sociale di CIG (Cassa Integrazione Guadagni) ordinaria proposta da Novamont per il sito produttivo di Terni. Nei giorni scorsi, presso la sede di Confindustria Umbria di Terni, RSU di stabilimento, Femca CISL Umbria, Filctem CGIL Terni e Uiltec UIL Umbria hanno preso atto delle ragioni a fondamento della richiesta di Novamont, riconoscendo l'esistenza delle condizioni per l'operatività della CIG ordinaria.

La riduzione delle attività produttive decorrerà dal 25 luglio 2022 e non più dal 1° luglio, come inizialmente comunicato da Novamont, e avrà una durata iniziale di quattro settimane, al termine delle quali l’azienda confida di riprendere la produzione con l'intero organico. Il personale da sospendere dall'attività produttiva verrà individuato da Novamont sulla base delle professionalità e delle lavorazioni da eseguire e secondo un meccanismo di rotazione. Prima che la sospensione dal lavoro abbia luogo, i soggetti così individuati dovranno preventivamente utilizzare tutte le ferie maturate al 31 dicembre 2021.  L’azienda, inoltre, si impegna ad anticipare il trattamento di integrazione salariale ai lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione.

La decisione di Novamont di ridurre temporaneamente la propria attività nello stabilimento produttivo di Terni è legata a diversi fattori negativi e distorsivi che vanno ad aggravare pesantemente la situazione, già difficile per l'incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. In particolare, in riferimento a:

- costi esorbitanti del sito Polymer di Terni;

- concorrenza sleale con prodotti di origine fossile provenienti dall’Asia, a elevato impatto ambientale, importati sottocosto come evidenziato chiaramente da Icis News (Independent Commodity Intelligence Services) il 17 giugno scorso;

- diffusa illegalità che, come emerge dall’ultimo report Plastic Consult per Assobioplastiche, determina la presenza nel mercato degli shopper di circa 18 mila tonnellate di prodotti la cui commercializzazione e produzione è completamente vietata.

Novamont, infine, sottolinea che la ridotta operatività del sito ternano non è destinata ad avere alcun impatto sulle consegne dei prodotti ai propri clienti che verranno rispettate come da contratto.