Il primo "Rapporto di Sostenibilità" di Conai
Il 20 maggio a Roma è stato presentato il primo "Rapporto di sostenibilità" di Conai (il consorzio per il recupero degli imballaggi), che applica lo standard internazionale Global Reporting Initiative di ultima generazione (GRI-G4): attraverso il coinvolgimento diretto delle parti interessate sono stati identificati sei indicatori chiave per definire le prestazioni ambientali, sociali ed economiche di Conai. Il Rapporto, inoltre, è stato elaborato adottando un radicale cambiamento di prospettiva, ovvero rendicontando le prestazioni a tre diversi livelli funzionali: di organizzazione (impatto delle attività, degli uffici e dei dipendenti); di sistema (attività connesse al sistema dei consorzi Comieco, Cial, Corepla, Coreve, Rilegno, Ricrea); di industria del riciclo (gli attori impegnati nel settore riciclo degli imballaggi, compresi i gestori indipendenti). Elaborato in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è nato così il primo "Green Economy Report" targato Conai.
15 anni di attività
Dal documento emerge che in 15 anni di attività del sistema, la quota di imballaggi conferiti in discarica è passata da oltre due terzi a meno di un quarto; quella recuperata è passata dal 33% al 76,4%, evitando la costruzione di almeno di 100 discariche. Le tonnellate di rifiuti di imballaggio avviati a recupero nel 2012 sono state 8,6 milioni. Conai ha superato, fin dal 2004, l'obiettivo fissato dalla normativa europea in materia di recupero e, grazie alla filiera del riciclo, nel 2012 sono stati reintrodotti nel ciclo produttivo 7,5 milioni di tonnellate di materie prime derivanti da rifiuti di imballaggio. Il target del 55% di riciclo, previsto per il 2008, è stato raggiunto nel 2005 e si è attestato al 67% nel 2012. In termini di percentuale di riciclo, gli imballaggi in plastica hanno raggiunto il 37%, quelli in legno il 55%, quelli in alluminio il 59%, il vetro supera il 70%, l'acciaio il 75% e la carta l'85%.
Per il riciclo dei rifiuti di imballaggio, le previsioni al 2015 stimano un tasso medio di crescita annua di circa 1,5% con l'obiettivo di avviare a riciclo 7,7 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, raggiungendo un tasso di riciclo del 67,4%. Grazie al riciclo degli imballaggi, i kWh risparmiati in 15 anni sono stati 350 miliardi, un valore superiore alla domanda complessiva annuale di energia in Italia, così come 125 milioni sono state le tonnellate di emissioni di anidride carbonica evitate.
Investi 1, ricavi 3
Secondo la ricerca commissionata alla società Althesys, a fronte dei 4,1 miliardi di euro di contributi versati dalle aziende consorziate, il recupero degli imballaggi dei sei materiali ha prodotto 15,2 miliardi di euro di benefici per il Paese: risparmiati 5,3 miliardi di smaltimento e 1,5 miliardi di emissioni di anidride carbonica, 2,4 miliardi il valore delle materie prime seconde recuperate tramite la raccolta differenziata, 535 milioni i costi evitati grazie alla prevenzione, 5,4 miliardi il valore dell'indotto della filiera raccolta e recupero. L'analisi costi-benefici presenta costi stimati in circa 4,1 miliardi di euro e benefici pari a circa 15,2 miliari. Il saldo netto è, dunque, di circa 11,1 miliardi di euro, destinato a crescere nei prossimi anni grazie anche alle buone prospettive di aumento dei volumi di materiali raccolti nelle aree in ritardo e agli interventi nel campo della prevenzione dei rifiuti di imballaggio.
Materie prime seconde
Proprio in un'ottica di "prevenzione" della riduzione dell'impatto ambientale degli imballaggi, Conai ha focalizzato l'attività sulla prevenzione presso le imprese dell'approcciodalla culla alla culla, con l'obiettivo di risparmiare materie prime, riutilizzare gli imballaggi, usare materiale riciclato, ottimizzare la logistica, facilitare le attività di riciclo e semplificare gli imballaggi. Ciò ha permesso di ottenere risultati significativi.
Gli imballaggi in plastica (circa il 18% sul totale dell'immesso al consumo nel 2012) hanno visto diminuire progressivamente il proprio peso unitario: fino al 50% per le bottiglie di PET, con il contestuale aumento della percentuale di materia riciclata dal 10 al 30%. Anche per gli imballaggi in vetro (19% sul totale) la diminuzione del peso è stata del 20-30%. Analogo risultato per la carta (38% dell'immesso): il peso del cartone ondulato, per esempio, è sceso del 7%. Gli imballaggi in acciaio (4%) hanno avuto riduzioni di peso del 15% mentre una lattina di alluminio pesa oggi il 33% in meno. Non solo riduzione di peso, variabile a seconda della destinazione d'uso dell'imballo, ma anche riutilizzo e rigenerazione: nel 2013 sono state rigenerate 450 mila tonnellate di pallet in legno, che rappresentano oltre i due terzi degli imballaggi legnosi in circolazione.
Grazie alla reintroduzione nel ciclo produttivo della materia prima seconda si evita inoltre il consumo di materie vergini. Grazie al sistema di riciclo è stato possibile risparmiare quasi 30 milioni di barili di petrolio, evitare il taglio di 300 milioni di alberi, risparmiare 1,5 milioni di tonnellate di sabbia, evitare il consumo di 43 milioni di tonnellate di materiali ferrosi e di 1775 tonnellate di bauxite. Oltre a 111 milioni di metri cubi d'acqua solo nel 2012.
Occupazione in crescita
Da un punto di vista occupazionale, le aziende del riciclo made in Italy sono oggi 1400, con un fatturato di 9,5 miliardi di euro. Nell'ambito dell'industria del riciclo, il sistema consortile ha generato un indotto economico di 6,3 miliardi di euro, frutto della maggiore occupazione generata (attività di raccolta differenziata, avvio del sistema, logistica, attività di selezione e riciclo degli imballaggi). Nella gestione dei rifiuti si stimano quasi 150 mila addetti: il solo indotto del sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi ha creato, al 2012, almeno 160 mila nuovi posti di lavoro cui si aggiungono gli addetti (circa 21 mila) dell'industria del riciclo a valle delle attività dei consorzi. Raccolta e riciclo dei rifiuti di imballaggio impiega circa 37 mila unità, più del doppio rispetto al 2003.
La sostenibilità del consorzio
Per valutare gli impatti ambientali, economici e sociali di Conai sono stati analizzati sei indicatori: produzione dei rifiuti, emissione gas serra, creazione di reddito e occupazione, supporto alle comunità svantaggiate, genere, coinvolgimento comunità locali. Tra il 2010 e il 2012 la produzione di rifiuti interna all'organizzazione si è ridotta del 29%, così come del 21% si sono ridotte le emissioni di anidride carbonica derivanti da minori consumi di energia e dalla riconversione da aereo a treno come principale vettore nei viaggi di lavoro. Nel 2012 il valore economico generato direttamente da Conai e utilizzato per gli scopi previsti dalla sua missione ammonta a 47,5 milioni di euro e nel triennio 2010-2012 oltre 3 milioni di euro sono stati spesi in progetti di pubblica utilità.