Il ministro Orlando in visita agli impianti Revet
Il 29 novembre il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha visitato i due impianti di Revet e Revet Recycling a Pontedera (Pisa) che fanno della Toscana un modello unico e virtuoso nel comparto del riciclo di materie plastiche. Il primo impianto, infatti, destinato alla selezione dei rifiuti multi materiale, consente a Revet di servire il 90% della popolazione toscana processando e preparando per il riciclo ogni anno 140 mila tonnellate di materiale (plastiche, poliaccoppiati, alluminio, acciaio e vetro). Il secondo consente il riciclo e la granulazione delle plastiche eterogenee, la frazione della raccolta differenziata più critica da gestire, che, non avendo valore di mercato, spesso viene destinata per lo più al recupero energetico. Qui, invece, diventa granulo da utilizzare in sostituzione dei materiali vergini per realizzare nuovi manufatti plastici anche di alta gamma, come nel caso dei particolari per l'industria automobilistica, quali alcuni componenti dello scooter Mp3 di Piaggio.
Durante la visita, il presidente di Revet e Revet Recycling, Valerio Caramassi, ha portato all'attenzione del ministro tre fondamentali questioni per correggere il sistema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti: standard nazionale di misurazione delle raccolte differenziate; obiettivi di riciclo effettivo; incentivi al riciclo dei materiali che non hanno valore di mercato. "Dal 2008 con la direttiva europea e dal 2010 con il suo recepimento, anche il sistema italiano ha assunto come obiettivo di riciclo il 50% di quello che viene raccolto. Per questo motivo il sistema Anci/Conai non si può più focalizzare solo sulla raccolta differenziata e deve invece considerare la selezione e il riciclo effettivo. Allo stesso modo anche l'allocazione delle risorse deve essere in sintonia con questo obiettivo, ridistribuendole equamente tra raccolta differenziata (che è lo strumento) e riciclo (che è il fine). Ciò che si raccoglie si divide in materiali che hanno un valore di mercato e in materiali che hanno un disvalore di mercato (come, per esempio, le plastiche eterogenee). Il riciclo di tutti quei materiali che non hanno valore di mercato dovrebbe dunque essere promosso e incentivato dai consorzi di filiera (che per questo sono stati costituiti), così come è avvenuto per le energie rinnovabili", ha dichiarato Caramassi.