Il mercato globale delle bioplastiche crescerà del 36% nei prossimi cinque anni

I risultati del rapporto annuale sul mercato globale delle bioplastiche, presentato il 2 dicembre alla quindicesima di European Bioplastics (EUBP), confermano la continua crescita dell'industria globale delle bioplastiche. “La nostra industria ha superato con successo le sfide poste dalla pandemia di Covid-19. E anche le prospettive sono promettenti poiché si prevede che il mercato globale crescerà del 36% nei prossimi cinque anni”, ha afferma François de Bie, presidente di European Bioplastics.

La capacità produttiva globale di bioplastiche è destinata ad aumentare da circa 2,1 milioni di tonnellate nel 2020 a 2,8 milioni di tonnellate nel 2025. I biopolimeri innovativi, come il PP a base biologica e soprattutto i PHA continuano a guidare tale crescita. Da quando i PHA sono entrati nel mercato, la quota di questa importante famiglia di polimeri ha continuato a crescere. Le capacità di produzione dovrebbero aumentare di quasi sette volte nei prossimi cinque anni. Anche la produzione di PLA continuerà a crescere grazie ai nuovi investimenti nei siti di produzione in Cina, Stati Uniti ed Europa. Attualmente, le plastiche biodegradabili rappresentano quasi il 60% della capacità di produzione globale di bioplastiche. PHA e PLA sono a base biologica, biodegradabili e presentano un'ampia gamma di proprietà fisiche e meccaniche.

Materiali

Le capacità di produzione del PP a base biologica dovrebbero triplicare entro il 2025. Ciò è dovuto all'ampio utilizzo di tale polimero in numerosi settori. Il PP è un materiale molto versatile che presenta eccellenti proprietà barriera ed è una delle materie plastiche più diffuse. Le plastiche a base biologica non biodegradabili, compresi PE, PET e PA, rappresentano attualmente il 40% (0,8 milioni di tonnellate ) delle capacità di produzione globale di bioplastiche. Per il PE a base biologica si prevede che nei prossimi anni saranno disponibili nuove capacità in Europa e Sud America. Al contrario, il PET a base biologica contribuirà solo in piccola parte all’aumento della capacità complessive, poiché i piani per aumentarne la produzione non sono stati realizzati al ritmo previsto negli anni precedenti. L'attenzione si è invece spostata sullo sviluppo di PEF, un nuovo polimero che dovrebbe entrare nel mercato nel 2023 le cui caratteristiche sono paragonabili a quelle del PET ma con il vantaggio di essere completamente biologico e di conferire proprietà barriera superiori, che lo rendono un materiale ideale per la produzione di bottiglie per bevande.

Applicazioni e geografia

L'imballaggio rimane il campo di applicazione più ampio per le bioplastiche, con quasi il 47% (0,99 milioni di tonnellate) del mercato totale nel 2020. I dati confermano anche che le bioplastiche sono già utilizzate in molti altri settori e le applicazioni continuano a diversificarsi. Segmenti come i beni di consumo o i prodotti per l'agricoltura e l'orticoltura continuano ad aumentare la loro quota.

In termini geografici, l'Asia rimane un importante area di produzione, dove si concentra oltre il 46% della capacità, mentre in Europa si distribuisce circa un quarto della capacità produttiva, quota che secondo le previsioni crescerà fino al 28% entro il 2025. “Di recente, sono stati annunciati investimenti significativi dal nostro settore, anche nel cuore dell'Unione Europea. L'Europa è destinata a diventare un produttore chiave di bioplastiche. Il materiale giocherà un ruolo importante nel raggiungimento dell’economia circolare", ha affermato Hasso von Pogrell, amministratore delegato di European Bioplastics.

In base alle stime circa 0,7 milioni di ettari di terreno sono stati destinati nel 2020 alle colture per la produzione di bioplastiche, una quota pari allo 0,015% della superficie agricola globale di 4,7 miliardi di ettari. Nonostante la crescita del mercato prevista nei prossimi cinque anni, la quota di suolo utilizzato per la produzione di bioplastiche aumenterà solo fino allo 0,02%. "Non ci stanchiamo di sottolineare che non esiste concorrenza tra materie prime rinnovabili per alimenti e mangimi e per la produzione di bioplastiche. Il 94% di tutto il suolo coltivabile viene utilizzato per pascoli, mangimi e alimenti", ha aggiunto von Pogrell.