Dizionario tecnologico dei materiali polimerici

L’idea di un dizionario multilingue sulle materie plastiche viene ad AIM, l’associazione italiana scienza e tecnologia delle macromolecole, a metà degli anni Novanta constatando che nelle manifestazioni (convegni, incontri tecnici, scuole) che essa organizzava i vari relatori usavano termini diversi per indicare gli stessi concetti. Lo scopo voleva essere quello di tentare di spingere, perlomeno i suoi stessi soci, a utilizzare un linguaggio comune condiviso, pur alla luce dell’esistenza, nel settore materie plastiche, di numerosi “dialetti”, ossia di traduzioni “locali”, da parte dei diversi gruppi o aree, dei termini inglesi da cui deriva molto del suo lessico. La questione riguarda i termini sia scientifici (entanglement, curing ecc.) sia, soprattutto, tecnologici (gate, die, compounding ecc.) ed è complicata dal fatto che alcuni di quelli inglesi entrati ormai nell’uso quotidiano hanno perso il significato specifico letterale per riassumere una serie di operazioni e funzioni. Come base di partenza è stato preso il vecchio “Dizionario per l’industria delle materie plastiche” dell’Istituto Italiano dei Plastici (IIP), cui si sono affiancati in seguito diversi dizionari editi all’estero. In genere questi glossari riportano solo le traduzioni del termine specifico nelle diverse lingue e non la definizione del lemma stesso. A questo si aggiunga che è possibile trovare errori macroscopici nella traduzione italiana di dizionari editi all’estero anche quando pubblicati da case editrici di alto livello. L’attenzione è stata posta anche sulle norme specifiche edite nei diversi paesi e nelle relative lingue, ma, pure in questo caso, sono state riscontrate differenze (per esempio, poliammide in italiano in alcune norme compare con la doppia m e in altre con una sola), probabilmente conseguenti al fatto che le diverse norme specifiche sono trattate da differenti gruppi di lavoro. Il dizionario è impostato per permettere a tecnici e ricercatori di leggere la documentazione sia scientifica sia tecnica. Per questo, esso comprende i termini normalmente utilizzati nelle documentazioni tecniche delle società o negli articoli tecnici, anche se non perfettamente corretti dal punto di vista scientifico/teorico. In questi casi, però, dopo la definizione sono introdotte note chiarificatrici (come, per esempio, nel caso di “modulo elastico”) e molti termini ancora utilizzati nei vari “dialetti” trovano l’ausilio di preziosi rimandi alla denominazione ritenuta più corretta. Le 4.393 voci sono riportate in italiano, francese, inglese e tedesco, cui segue la definizione del termine in italiano. Tutte sono precedute da un numero progressivo che va da “1 ablativo” a “4.393 zone morte” e vicino a ogni termine straniero c’è il numero che permette di accedere subito alla voce di interesse. Dopo dieci anni di lavoro il dizionario sarà disponibile a partire dai primi di febbraio.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />