Mecspe bloccata dal DPCM del 24 ottobre valuta i danni
È già il momento della conta dei danni per Mecspe 2020, bloccata dal DPCM del 24 ottobre - che all’articolo 9 vieta qualsiasi fiera, convegno o congresso in presenza fino al 24 novembre - a poche ore dall’apertura dei cancelli a Fiere di Parma, dove doveva andare in scena dal 29 al 31 ottobre su 60 metri quadri di superficie espositiva già allestiti per oltre 1350 espositori.
La manifestazione dedicata alle tecnologie per l’innovazione e per l’Industria 4.0 nel settore della manifattura, il 26 ottobre, giorno di entrata in vigore del DPCM, ha di fatto iniziato a smontare gli stand e i macchinari. Infatti, tutto era ormai stato approntato per l’esposizione seguendo i protocolli sanitari per accogliere il pubblico in totale sicurezza e garantire il pieno rispetto dalle norme governative anti pandemia, dopo che il DPCM precedente del 18 ottobre aveva dato il via libera a fiere e convegni nazionali e internazionali.
“E’ un duro colpo, sia per la fiera sia per le aziende del settore che apprezzano da 19 edizioni Mecspe trovandovi nuove tecnologie, soluzioni per tutte le filiere produttive e formazione continua, nonché un momento unico per fare scambi commerciali e ordinativi. Il nuovo DPCM ha contraddetto il precedente senza tenere conto dei tempi di pianificazione di una manifestazione professionale come Mecspe che è, e rimane, per il settore della meccanica specializzata una tre giorni di lavoro imprescindibile per pianificare la ripresa. Il settore della meccanica incide per l’8,1% sul valore aggiunto dell’intera economia, per il 6,1% sull’occupazione e se pensiamo che solo in Emilia Romagna, regione in cui si tiene la manifestazione, la filiera della meccanica costituisce il 56,5% delle esportazioni, si capiscono meglio i confini dei danni che per il settore comporta questa decisione. Peraltro ci risulta non siano stati previsti momenti di confronto né con Confindustria né tantomeno con Aefi. Una fiera che ha un impatto professionale su quasi 90 mila lavoratori tra imprenditori, operai specializzati, tecnici, ingegneri e che traina un settore strategico per la ripresa del paese, non può e non deve essere messa alla stessa stregua di una sagra di paese, senza nulla togliere a queste manifestazioni. Ci auguriamo di essere convocati dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri per valutare l’entità dei danni e vogliamo ringraziare tutte le imprese, le associazioni settoriali e territoriali che hanno deciso di essere parte di Mecspe, scusandoci enormemente per i disagi che comporta la decisione annunciata ieri dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte”, ha commentato Ivo Nardella (nella foto sopra), presidente di Senaf, organizzatore di Mecspe.