L’economia circolare risposta strategica alla dipendenza dalle materie prime

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e il conseguente rialzo del costo dell’energia hanno posto al centro dell’agenda del Governo il tema degli approvvigionamenti delle materie prime. In questo scenario l’economia circolare rappresenta una risposta strategica per l’Italia in termini di diversificazione delle fonti e un vettore di crescita sostenibile per l’immediato futuro. Nella Giornata Mondiale del Riciclo, che ricorre il 18 marzo, occorre porre l'attenzione sul tema delle politiche a sostegno dell’economia circolare, che rappresentano un pilastro centrale per la transizione ecologica del nostro Paese, soprattutto alla luce del PNRR.

È questo il monito lanciato da Assorimap, Unirima e Assofermet, le principali associazioni nazionali di categoria nei settori della raccolta, del recupero e del riciclo di plastica, carta e metalli ferrosi e/o non ferrosi, nel corso dell’evento al Senato presso la Sala Zuccari alla presenza di rappresentanti politici, delle imprese e delle autorità, tra cui il sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica, Ilaria Fontana. Un comparto sempre più strategico, che conta circa 45mila addetti e 4000 impianti distribuiti su tutto il territorio nazionale. In Italia è pari a 1,8 milioni di tonnellate la capacità installata di riciclo di materiali plastici, che rappresenta un potenziale enorme da valorizzare. Per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio, si riducono le emissioni di CO2 di 1,4 di tonnellate, nonché quantità ingenti di energia elettrica.

Le tre associazioni sottolineano come le enormi criticità che si sono abbattute sull’economia globale stiano dimostrando con urgenza la necessità di sviluppare una maggiore concorrenza, colmando il divario di competitività che su molti fronti ancora separa l’Italia dal resto d’Europa; occorre, pertanto, intervenire per ridurre le rendite monopolistiche assicurando dinamiche competitive e agire sulle criticità connesse alla mancata piena applicazione del principio di concorrenza, che ha un valore cruciale nel settore del recupero e del riciclo. La semplificazione del quadro normativo e amministrativo e in investimenti nell'innovazione degli impianti di recupero di materia prima secondaria/end of waste dai rifiuti, restano pertanto tra gli obiettivi principali. Per quanto concerne l’impennata dei costi in bolletta, le tre associazioni che costituiscono il cuore pulsante dell’economia circolare nazionale rilevano come non siano più sufficienti interventi spot da applicare periodicamente, piuttosto occorre studiare misure strutturali a beneficio delle imprese che contribuiscono fattivamente agli obiettivi della transizione ecologica attraverso il recupero dei materiali.

Nel complesso bisogna creare le condizioni affinché l’economia circolare si affermi compiutamente come leva per lo sviluppo sostenibile nel nostro Paese. Non a caso, tra le 14 risoluzioni adottate a Nairobi dall’Assemblea dell’ONU per l’ambiente (UNea), una è dedicata specificamente al sostegno dell’economia circolare. L’obiettivo del testo è chiarito fin nel titolo “Potenziare l’economia circolare come contributo al raggiungimento della sostenibilità di consumo e produzione”. Un principio che, auspicano le tre associazioni, deve costituire la bussola in grado di orientare le future scelte in una stagione sempre più complessa.