Intermedio per materie plastiche dallo zucchero grazie ai batteri

Viene inaugurato il 30 settembre lo stabilimento Mater-Biotech di Novamont a Bottrighe, in provincia di Rovigo, in cui verrà prodotto butandiolo su scala industriale direttamente da zuccheri attraverso l’utilizzo di batteri. Composto chimico derivato dal butano, il butandiolo è un intermedio chimico ottenuto da fonti fossili molto usato sia come solvente sia per produrre materie plastiche, fibre elastiche e poliuretani. Attualmente vanta un mercato di 1,5 milioni di tonnellate per circa 3,5 miliardi di euro all’anno, che, secondo le previsioni, dovrebbero diventare rispettivamente 2,7 milioni di tonnellate e oltre 6,5 miliardi di euro entro il 2020.

Novamont, sulla base di una tecnologia sviluppata da Genomatica - società californiana leader nel settore della bioingegneria - ha messo a punto una piattaforma biotecnologica che sfrutta l’azione di batteri escherichia-coli opportunamente ingegnerizzati per trasformare gli zuccheri in biobutandiolo.

Dall’integrazione tra la ricerca e il know-how industriale di Novamont e la tecnologia di Genomatica nasce quindi una produzione su scala industriale da 30 mila tonnellate all’anno, con una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari ad almeno il 50%. Ad accrescere il profilo della sostenibilità ambientale del biobutandiolo di Novamont contribuisce anche l’efficienza energetica dell’impianto Mater-Biotech di Bottrighe, concepito per riutilizzare i sottoprodotti della lavorazione per il suo fabbisogno energetico, ottimizzando così il ciclo di vita dell’intero processo.

La portata di questa innovazione, collocata nell’ambito del progetto di bioraffineria integrata di Novamont, va oltre la disponibilità di nuove tecnologie e di prodotti a base biologica e del loro contributo alla necessità di “decarbonizzare” il pianeta. “Mater-Biotech è un tassello di un sistema di impianti primi al mondo e interconnessi al quale dobbiamo guardare come un formidabile acceleratore, come un punto di moltiplicazione di opportunità della filiera delle bioplastiche e dei prodotti chimici per chi produce materie prime, per chi fa prodotti finiti, per le nuove idee imprenditoriali, per la creazione di posti di lavoro, per chi si preoccupa di progettare un futuro di maggiore sostenibilità ambientale e sociale”, ha commentato l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli.

Con l’apertura dello stabilimento Mater-Biotech, Novamont aggiunge un elemento fondamentale al suo modello di bioeconomia inteso come rigenerazione territoriale, che riparte da siti deindustrializzati o in grave crisi, rigenerandoli come vere e proprie “infrastrutture di bioeconomia”. A oggi sono 6 i siti che Novamont ha rivitalizzato e 4 le tecnologie moltiplicabili secondo il modello di bioraffineria integrata nel territorio, in cui vengono messi a punto tecnologie e prodotti in grado di dare soluzioni concrete a problemi di ampia portata come, per esempio quello della valorizzazione del rifiuto organico.

“Mater-Biotech, insieme ai centri di ricerca Novamont di Piana di Monte Verna (Caserta) e di Novara, costituisce una formidabile piattaforma per le biotecnologie industriali, dalla ricerca di base agli impianti flagship, un’occasione per creare un vantaggio competitivo in collaborazione con altre realtà del settore accademico e industriale”, ha concluso Bastioli.

Lo stabilimento di Bottrighe, a regime, darà lavoro a circa 70 persone e a 180-200 addetti dell’indotto.