Incentivi per il riciclo del plasmix

Durante questo periodo di convulsa attività parlamentare di fine anno, gli emendamenti al DDL Bilancio 2018 si rincorrono. Tra questi, sono presenti le disposizioni di cui all’Atto Camera 4502 titolato “Incentivi per favorire la diffusione dei prodotti derivanti da materiale post consumo a base plastica (plasmix e scarti non pericolosi dei processi di selezione e di recupero), nonché disposizioni concernenti la realizzazione di veicoli”, di cui abbiamo parlato anche nel Notiziario Assorimap di MacPlas agosto-settembre 2017.

Il plasmix è quell’insieme di materiali plastici di cui più si è discusso negli ultimi mesi. Il recente incremento della raccolta differenziata ha portato con sé un “fisiologico” aumento della raccolta di queste plastiche eterogenee, meno semplici da riciclare e per questo frequentemente inviate ai termovalorizzatori per lo smaltimento. La grande quantità di rifiuti in plasmix ha però paralizzato recentemente i centri di selezione, nell’attesa di finire negli inceneritori che non disponevano di una tale capacità di trattamento, allertando l’intero sistema.

Ma perché il plasmix risulta un materiale così “problematico”? Oggi, in Italia, alcune aziende all’avanguardia riciclano già le plastiche miste, pur soffrendo la mancanza d’incentivi per il riciclo su cui invece può contare il recupero energetico, e pur realizzando prodotti che non trovano poi un vero mercato di sbocco per diversi motivi, tra cui la limitata applicazione dei CAM (Criteri Minimi Ambientali) negli appalti pubblici, in assenza di controlli, e nessuna agevolazione per gli enti che decidono di comprare il riciclato. Per questi motivi, Assorimap ritiene che la proposta di legge in questione, presentata dal deputato Stefano Vignaroli, vada nella giusta direzione, accogliendo una serie di input “storici” provenienti dal settore.

La proposta, che in estrema sintesi prevede importanti agevolazioni in materia di credito d’imposta (al 50%) per acquisti di prodotti derivanti da rifiuti post consumo in plastiche miste, ben intende - sempre secondo Assorimap - valorizzare e dare una risposta ambientale alle decine di migliaia di tonnellate di rifiuti in plasmix (oltre 150 mila nell’ultimo anno).  

Parimenti apprezzabile è la previsione d’istituzione di un fondo di 300 milioni di euro (100 milioni di euro annui) per gli acquisti dei prodotti da parte di enti pubblici territoriali e soggetti pubblici e privati proprietari, o gestori, di aree protette (la norma fa riferimento alle aree protette disciplinate dalla Legge 394/1991, nonché a siti d’interesse comunitario e alle zone di protezione speciale).    

È da evidenziare, infine, la giusta volontà d’estensione al comparto del riciclo con Codice Ateco 38, finora escluso dalle agevolazioni, del noto provvedimento per la riduzione delle accise per le imprese energivore.

Poiché queste tre disposizioni sono inserite già da tempo tra le proposte cardine di Assorimap, il 16 novembre 2017 il presidente dell’associazione, Walter Regis, e la responsabile Comunicazione e relazioni esterne, Marilena Di Brino, hanno incontrato, presso gli uffici di Montecitorio, il deputato Vignaroli, primo firmatario della proposta di legge, per meglio approfondirne i contenuti.

In tale occasione sono stati dibattuti i seguenti temi e relativi aspetti correlati:

- scenario di riferimento del sistema nazionale di raccolta e recupero, in relazione alle nuove disposizioni e agli obiettivi europei;

- analisi dei numeri relativi a raccolta differenziata, selezione e avvio al riciclo, riciclo effettivo;

- performance e criticità del sistema cosiddetto mutualistico; materiali “nobili” e plastiche miste;

- analisi dei costi.

 

L’incontro ha evidenziato la necessità di una rivisitazione del sistema per dare una “quadratura” positiva al rapporto tra attività, risultati e costi.

In particolare, Assorimap ha manifestato la chiara sofferenza del comparto del riciclo meccanico della plastica, che deve fare i conti con costi d’acquisizione dei rifiuti di imballaggio pari quasi al doppio rispetto ai competitor europei, costi che si accompagnano agli altri oneri economici italiani (costo del lavoro, energia, burocrazia ecc.): le imprese del comparto hanno registrato una contrazione economica di gran lunga superiore a quella di altre imprese manifatturiere; si aggiunge, infine, l’abbassamento dei prezzi del petrolio, che rende il riciclato meno competitivo rispetto al vergine.

Per questo motivo, la proposta di legge ha sicuramente centrato l’obiettivo di supportare un settore green come quello del riciclo e, in particolare, dare e promuovere uno sbocco sul mercato del plasmix, che rappresenta la principale criticità dell’attuale sistema (con oltre 180 mila t di plastiche miste su 900 mila t raccolte di rifiuti d’imballaggi in plastica).

Infine, l’incontro ha offerto la possibilità di analizzare i limiti della vigente normativa sulle imprese energivore (di cui al DM 5 aprile 2013).