Il ruolo chiave di Radici Chimica per ridurre l’impatto ambientale del gruppo
Il 7 giugno con un evento presso la sede di Radici Chimica a Novara, RadiciGroup ha presentato la sua roadmap verso una sempre più marcata sostenibilità della propria attività. Nell’ultimo decennio il gruppo bergamasco ha ridotto del 70% le proprie emissioni dirette di gas serra e l’obiettivo è quello di arrivare all’80% entro il 2030.
Porsi obiettivi concreti di sostenibilità ambientale attraverso l’abbattimento delle emissioni dirette di gas serra, facendo leva su investimenti e tecnologie all’avanguardia è l’approccio che da sempre guida le attività di RadiciGroup, Una strategia che si è dimostrata efficace, permettendo di raggiungere traguardi ambiziosi: tra il 2011 e il 2020, infatti, le emissioni di gas serra a livello di Gruppo sono diminuite del 70%, passando da circa 700 mila tonnellate a circa 200 mila tonnellate annue di CO2 equivalente.
Questi risultati sono stati raggiunti grazie soprattutto alle azioni implementate nell’area di business Specialty Chemicals con stabilimenti a Novara e in Germania, cuore delle attività chimiche di RadiciGroup. Qui si produce acido adipico, un intermedio fondamentale nella catena della poliammide 66 e che, come sottoprodotto derivato dal suo processo di produzione, rilascia protossido di azoto: si tratta di un gas che non presenta in sé particolari problematiche (viene usato nel settore medicale come anestetico o nel settore alimentare come propellente della panna spray), ma che, se immesso liberamente nell’atmosfera, ha una capacità di effetto serra molto superiore all’anidride carbonica.
Un piano di investimenti pluriennale di oltre 10 milioni di euro volto a ridurre queste emissioni ha interessato il sito Radici Chimica di Novara con tre importanti interventi: la messa in funzione, nel 2004, di un reattore, progettato e brevettato dall’azienda, che sfruttando un catalizzatore disposto su tre letti decompone il protossido di azoto nei due elementi che lo compongono (azoto e ossigeno) rendendolo innocuo per l’atmosfera; l’installazione, nel 2013, di un impianto EnviNOx per abbattere il protossido di azoto associato alla produzione di acido nitrico e, nel 2021, un ulteriore miglioramento del sistema di abbattimento delle emissioni associate alla produzione di acido adipico. Dall'attivazione di quest’ultimo impianto, in nove mesi, sono state abbattute più di 35 mila tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Tutte queste azioni hanno fatto sì che oggi Radici Chimica Novara possa registrare un livello di emissioni di protossido di azoto inferiore a 10 ppm (parti per milione), un valore pressoché nullo.
“Siamo gli unici produttori italiani di acido adipico, un intermedio chimico fondamentale per numerose industrie, oltre alla nostra della poliammide 66. Gli investimenti effettuati per migliorare le performance ambientali legate al suo processo ci hanno permesso di raggiungere risultati importanti per rendere sempre più sostenibile il nostro business”, ha affermato Maurizio Radici, vicepresidente e COO di RadiciGroup. “Abbiamo deciso di mettere in atto iniziative sul fronte dell’abbattimento delle emissioni ben prima che la normativa lo rendesse obbligatorio. Abbiamo infatti iniziato a studiare le tecnologie disponibili fin dalla fine degli anni Novanta e ci siamo fatti promotori dell’ingresso del settore chimico italiano nel sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra Emission Trading System (ETS) nel 2011, due anni prima dell’obbligo di legge”.
Inoltre, in Germania, nel 2001, RadiciGroup ha costruito “da zero” un impianto per la produzione di acido adipico dotato delle Best Available Techniques comprensive di un moderno sistema di abbattimento termico del protossido di azoto. Entro fine 2022 è prevista in aggiunta l’entrata in funzione di un impianto EnviNOx che, riducendo anche le emissioni di protossido di azoto associate alla produzione di acido nitrico, azzererà le emissioni dirette di gas serra dello stabilimento.
“Siamo convinti che le nostre aziende possano crescere solo mantenendosi in armonia con tutti i loro stakeholder”, ha sottolineato Angelo Radici, presidente di RadiciGroup. “Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto ambientale continuiamo a investire in ottica di miglioramento continuo, tant’è che i recenti interventi sull’area Speciality Chemicals ci consentiranno di abbattere ulteriormente le emissioni di gas serra a livello di gruppo e di arrivare al 2030 con una riduzione intorno all’80% rispetto al 2011. Inoltre, a livello energetico, oltre a un innovativo impianto di trigenerazione, tutte le nostre sedi bergamasche utilizzano energia rinnovabile autoprodotta o prelevata dalla rete, con l’obiettivo ambizioso di arrivare ad autoprodurla completamente da fonte rinnovabile. Radici Chimica Novara è direttamente collegata a un impianto di cogenerazione ad alto rendimento (CAR) che la alimenta e ne copre completamente il fabbisogno energetico. Oltre a essere impegnati sui temi energetici, investiamo in innovazione per sviluppare nuovi progetti di riciclo e circolarità, cercando di mettere in atto azioni concrete per un futuro sostenibile delle nostre aziende e dei territori in cui operiamo”.
Altri significativi investimenti per l’abbattimento delle emissioni sono stati effettuati sul sito RadiciFil di Casnigo (Bergamo) per l’installazione di un sistema di termocompressione che consente una drastica riduzione del consumo di vapore del sito produttivo, e in Radici Yarn a Villa d’Ogna (Bergamo) per la realizzazione di un impianto di trigenerazione che, attraverso un sistema ad altissima efficienza, oltre a energia elettrica e vapore, produce l’acqua fredda necessaria ai processi produttivi, permettendo nel 2021 una riduzione del consumo d’acqua del 30%.
Lo stabilimento di Radici Chimica a Novara dà lavoro a 300 persone circa, su un totale a livello di gruppo di 3000 dipendenti. Nel 2021 RadiciGroup ha registrato un fatturato approssimativamente di 1,5 miliardi di euro e nel 2022 ha già investito circa 135 milioni di euro, di cui circa 60 milioni per acquisizioni in India e Cina.