Il punto sulla Direttiva SUP sulla plastica monouso
Si è tenuto a Milano il 26 settembre il convegno “Direttiva Single-use Plastics: pro e contro”, terzo appuntamento del ciclo “Percorsi Sostenibili” organizzato da Nonsoloambiente.it e NSA in collaborazione con Banco BPM. L’evento era strutturato in due parti tecniche e una tavola rotonda e ha illustrato la nuova Direttiva 2019/904, conosciuta anche come Direttiva SUP.
“Ancora una volta con i nostri format abbiamo voluto promuovere un momento di confronto e discussione apolitico e apartitico su un tema come quello della plastica monouso, di grande attualità, ma normato solo parzialmente. L’importanza della Direttiva risiede innanzitutto nella ricaduta sulla porzione di mercato che coinvolge direttamente il consumatore”, ha dichiarato Maria Grazie Persico, direttore editoriale di Nonsoloambiente.it.
Consumatore che al centro dell’osservatorio “Gli italiani e la raccolta differenziata” condotto da Fabrizio Masia, direttore generale e partner di EMG Acqua, su un campione di 2.000 intervistati, per valutare il grado di conoscenza e la sensibilità sul tema della raccolta differenziata con particolare attenzione alla plastica. Il 96,4% degli italiani dichiara che nel proprio Comune viene effettuata la raccolta differenziata, ma tuttavia vengono messe in luce le criticità che non permettono di differenziare correttamente i rifiuti. Il 31,6% delle persone coinvolte nell’indagine ha difficoltà con lo smistamento, soprattutto per oggetti elettrici e in acciaio, oltre a non riuscire a riconoscere e a separare i vari materiali. Secondo il 37,5% del campione, la promozione di questa pratica dovrebbe essere affidata alle istituzioni nazionali.
“Il quadro della situazione generale è per certi versi preoccupante. Ne emerge un’Italia in difficoltà nella gestione dei rifiuti, che ha poca conoscenza sulla pratica della differenziata. È necessario portare avanti un percorso di formazione che va migliorato costantemente a tutti i livelli, incentivando una buona recettività nei cittadini. Non da ultimo, è emerso come sia poco conosciuto il simbolo del riciclo degli imballaggi in plastica, solo il 36,6% ha individuato quello corretto”, ha commentato Masia.
All’evento erano presenti le principali associazioni di categoria del settore che, nonostante le differenti posizioni in base al comparto di riferimento, ritrovano una sinergia nel dichiarare quanto siano necessari progetti e idee efficaci per incrementare gli investimenti di medio-lungo periodo, utili a rendere la filiera realmente innovativa e sostenibile. Tali finanziamenti, nazionali, internazionali e da bandi europei, si rivelano utili al fine di favorire e velocizzare la transizione delle aziende verso un modello operativo a basso impatto ambientale. È evidente, infine, come sempre più aziende, a seguito della Direttiva, stiano cercando di convertire la propria produzione eliminando alcuni materiali e sostituendone altri con prodotti maggiormente riciclabili in un’ottica di economia circolare.
Un vero progresso sostenibile sarà possibile, come emerso durante la tavola rotonda, soltanto grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti nella filiera: dalle industrie chimiche, ai produttori, agli impianti di gestione, fino ad arrivare ai consumatori.