Rimozione dell’umidità da materiali molto contaminati

Da sempre all’avanguardia nella costruzione di impianti per la rigenerazione dei materiali polimerici, Tecnova è in grado di realizzare linee adatte alle più diverse esigenze del settore, da quelle da laboratorio a quelle da 2000 kg/ora, capaci di processare vari tipi di plastica, da quella tradizionale ai biopolimeri. L’azienda è attiva a livello globale, ma non trascura il mercato italiano, che continua a essere estremamente importante, come testimoniano le molte linee installate e in funzione nel nostro Paese.
La rigenerazione delle materie plastiche è in continua evoluzione. Per questo è essenziale per le aziende che operano in questo settore disporre sempre delle attrezzature più performanti e affidabili nel tempo. Oggi le esigenze di processo si spingono sempre più frequentemente verso il recupero, la lavorazione e la valorizzazione di materiali con elevato grado di contaminazione e di umidità, come nel caso di prodotti fortemente stampati.
I sistemi a doppio degasaggio di Tecnova sono in grado di rimuovere valori di umidità fino al 7-8%, ma che possono arrivare anche fino al 15%, grazie al nuovo sistema denominato VTS (Vacuum Twin Stuffer). Tale sistema di degasaggio naturale con ripristino automatico del materiale fuso è stato sviluppato nell’ambito di una costante attività di ricerca volta al miglioramento continuo delle linee di estrusione monovite ed è in grado di raddoppiare la capacità delle linee, sia a singolo sia a doppio degasaggio, lavorando, appunto, materiali con un elevato contenuto di umidità. Nel caso delle linee da 37 D è possibile passare da un valore massimo accettabile di umidità del 3-4% circa a uno del 7-8%, mentre nelle linee da 54 D da un valore del 7-8% si può arrivare fino al 15% circa.
Ciò si traduce in un aumento proporzionale della produzione oraria delle linee a parità di quantità di materiale lavorato e nella possibilità di rimuovere l’80-90% di umidità.
Le tecnologie Tecnova si sono rinnovate nel corso degli anni, seguendo da vicino l’evoluzione del mercato e le esigenze delle aziende: da un lato la necessità di processare materiali sempre più contaminati e dall’altro quella di ottenere un prodotto che possa essere utilizzato in modo conveniente e competitivo per la realizzazione di nuovi manufatti. Un’ulteriore criticità è inoltre rappresentata dal fatto che sempre più spesso le aziende trasformatrici, ottimizzando i processi produttivi, riescono a riutilizzare internamente il materiale di recupero meno contaminato.
Un aspetto da non trascurare è il risparmio energetico degli impianti Tecnova, ottenuto con l’installazione di motori a corrente alternata, una soluzione adottata ormai da tempo. Inoltre le linee del costruttore si contraddistinguono per versatilità, affidabilità e una configurazione meccanica che facilita l’accesso alle diverse parti nelle fasi di manutenzione. Tecnova è presente al K 2016 (stand A18, pad. 17) con tutte le aziende del gruppo ed espone una macchina di piccole dimensioni per il recupero in linea degli sfridi di film estrusi.