Il contributo dell’EPS alla campagna vaccinale mondiale contro il Covid-19
Elevato potere isolante, protezione, igiene e sicurezza caratterizzano i contenitori isotermici in EPS, in grado di assicurare condizioni ottimali e costanti per il contenuto imballato per i tempi logistici necessari. Ed è proprio grazie a queste proprietà che i contenitori in EPS stanno avendo un ruolo chiave a livello mondiale nella lotta al Covid-19, in particolare nel supporto alla campagna vaccinale.
Tra le criticità di questa importante operazione di protezione della salute della popolazione c’è infatti l’aspetto logistico. Tutti i sieri disponibili richiedono il trasporto e la conservazione a temperatura controllata: dai -70° C del siero Pfizer BioNTech ai “soli” -20° C di quello di Moderna, per arrivare ai +2-8° C di quello di AstraZeneca.
Eumeps, l’associazione di riferimento a livello europeo per la filiera del polistirene espanso, di cui anche Aipe, l’associazione italiana del polistirene espanso, fa parte, ha riportato uno studio condotto da DHL e McKinsey, che evidenzia le sfide poste dal trasporto dei vaccini: la spedizione di dieci miliardi di unità di vaccino in tutto il mondo comporta il trasporto di 15 milioni di celle frigorifere su circa 200 mila pallet, in 15 mila voli cargo, a cui vanno aggiunti i trasporti fino ai punti di somministrazione, il cosiddetto “ultimo miglio".
Pertanto gli specialisti della logistica e le case farmaceutiche devono scegliere la giusta soluzione di trasporto perché gli intervalli di temperatura richiesti differiscono a seconda del vaccino. Solo le scatole e gli imballaggi che superano rigorosi test di qualità e confermano di mantenere le temperature richieste per il periodo necessario, ottengono l’approvazione per questo impiego.
Le linee guida di Pfizer Biontech per la spedizione e manipolazione del loro vaccino, condivise da Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), contemplano l’utilizzo di polistirene nel complesso imballo volto a mantenere le caratteristiche ottimali del siero fino all’inoculo. La sfida, quindi, coinvolge direttamente anche i produttori di imballi isotermici in EPS che possono supportare la “macchina vaccinale”. Numerose aziende, infatti, stanno contribuendo alla distribuzione e somministrazione dei vaccini anti-Covid-19 con le loro scatole refrigerate.
L’uso di contenitori in EPS in ambito sanitario non è però certo una novità. Sono infatti comunemente impiegati per trasportare farmaci e vaccini (anche quelli per combattere l’influenza stagionale), cosi come per la conservazione e il trasporto di organi destinati a trapianti, tutti campi d’impiego che richiedono il controllo della catena del freddo. La struttura a celle chiuse dell’EPS, costituite al 98% di aria, gli conferisce le caratteristiche irrinunciabili per questo impiego: un’elevata capacità di isolamento termico nel tempo, oltre che di resistenza agli urti, leggerezza e impermeabilità. Inoltre, i contenitori o box in EPS, come tutti gli altri manufatti in polistirene espanso, sono riciclabili e riciclati.
La necessità di mantenere la catena del freddo durante il trasporto dei vaccini contro il Covid-19 conferma quindi il ruolo indispensabile dei contenitori in EPS per proteggere, conservare e movimentare accuratamente prodotti fragili e delicati anche in ambito farmaceutico e medicale.