Imballaggi: per i consumatori italiani la svolta sostenibile spetta alle aziende

Gli italiani prestano attenzione al packaging dei prodotti che acquistano e chiedono a imprese e rivenditori maggiore impegno per garantire una svolta green. Lo riferiscono i dati dell'Osservatorio Packaging del Largo Consumo attivato da Nomisma in collaborazione con Spinlife, con il Rapporto 2020 presentato in vista del Forum Internazionale "Packaging speaks green", organizzato da Ucima e Fondazione Fico per il 20 e il 21 febbraio a Bologna presso Fico Eataly World.

 

L'impatto ambientale del packaging è un fattore che influenza il 46% dei consumatori nella scelta dei prodotti per la persona e la casa e il 43% nella scelta di quelli alimentari. Inoltre, Il 48% dichiara di aver smesso di acquistare prodotti che presentano un eccesso di imballaggi, il 22% di aver ridotto l'acquisto di prodotti con imballaggio in plastica, il 23% di aver aumentato l'acquisto di prodotti sfusi. I consumatori cercano imballaggi più sostenibili, ma il 41% non è disposto a pagare di più e a questi si aggiunge un ulteriore 26% che dichiara una disponibilità molto bassa a sostenere un differenziale (che nella pratica rischia verosimilmente di azzerarsi). Questo perché per il 99% dei consumatori è un dovere dell'industria e dei rivenditori impegnarsi a proporre packaging a minor impatto ambientale.

 

L'attenzione verso la sostenibilità del packaging si inserisce in un quadro generale di mutata sensibilità nei confronti della dell'ambiente. Infatti, se nel settore alimentare e delle bevande la qualità del prodotto (intesa come origine delle materie prime, presenza di certificazioni ecc.) è ancora il fattore di acquisto principale (indicato dal 44% dei responsabili acquisti), la sostenibilità del prodotto (prodotti ecologici, a basso impatto ambientale ecc.) rappresenta oggi il secondo fattore (36% delle indicazioni).

  

Gli attributi di sostenibilità

Ma quali sono gli attributi che per il consumatore rendono sostenibile un prodotto? Essere biologico (42% dei responsabili acquisto individua il marchio bio come principale espressione di sostenibilità), avere una confezione fatta con materiali riciclati o a basso impatto ambientale (37%), derivare da un processo produttivo che utilizza fonti rinnovabili (31 %) o con basso consumo di energia/acqua (18%), che garantisce il giusto reddito a chi lo produce (24%). Mentre quando si pensa ad un packaging sostenibile i consumatori pensano a una confezione fatta con materiali degradabili (56%) o riutilizzabili (39%).

 

Sul piano dei materiali, per gli alimenti quello più rispettoso dell'ambiente è la carta (indicata dal 47% dei responsabili acquisto) e per le bevande sono vetro, cartone a rappresentare i materiali più sostenibili (citati rispettivamente dal 64% e 26%), mentre la plastica è in coda (4%). Dove gli italiani cercano un packaging più sostenibile? Soprattutto acqua per un italiano su 3 (29%), frutta e verdura fresche per un consumatore su cinque (20%), seguono biscotti/merendine, bevande gassate, legumi in scatola e latte.

 

Questi i principali riscontri che emergono dall'Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma: in aggiunta la necessità di informazioni chiare per acquisire gli elementi di consapevolezza che contribuiscono a realizzare scelte di acquisto consapevoli in relazione al packaging.

 

Sostenibilità prioritaria

La sostenibilità entra infatti nelle priorità degli italiani ed è plebiscitaria la consapevolezza che piccole azioni quotidiane da parte di tutti siano necessarie per salvaguardare l'ambiente: lo dichiara il 98% degli italiani. Le azioni praticate più spesso dagli italiani? Svetta la raccolta differenziata, praticata da ben 1'83%, segue la riduzione dei consumi energetici (78%) e idrici (77%), limitare l'acquisto o l'utilizzo di bottiglie di plastica (41 %), preferire trasporti sostenibili (38%).

 

Social (34%) e programmi in televisivi (32%) sono un punto di riferimento per acquisire più informazioni, altrettanto importanti le campagne di sensibilizzazione - indicate dal 32% degli italiani. Contano anche i testimoniai internazionali, da Greta Thunberg a Leonardo Di Caprio (29%). La comunicazione è certamente un'area di lavoro: per sensibilizzare il consumatore nelle scelte di packaging sostenibili occorre semplificare il trasferimento delle informazioni lavorando su quanto riportato in etichetta - claim, immagini, testi ecc. Le stesse imprese che producono a marca del distributore per le principali insegne italiane (60%) al fine di misurare e comunicare l'impatto ambientale del packaging valutano efficace e funzionale riportare in etichetta un rating che misuri la sostenibilità del packaging.

 

Preoccupazione per l’ambiente

Per quanto riguarda i fattori di preoccupazione degli italiani, il 96% è preoccupato per il suo impatto sull'ambiente, quest’ultimo in cima alle preoccupazioni degli italiani per il 37% degli intervistati: uno su tre dichiara che su questa priorità dovrebbe concentrarsi l'azione del governo nazionale e delle istituzioni internazionali, mentre per il 67% l'ambiente diventerà una preoccupazione dominante nel 2050.

 

La preoccupazione per l'ambiente, in prospettiva, supera quella per la disoccupazione che oggi è in testa alle priorità di intervento per il 56%, seguita da tasse e fiscalità, settore di azione prioritario per il 39% degli intervistati. E in tema di ambiente, è il cambiamento climatico l'aspetto più preoccupante per gli italiani (56% delle risposte multiple), seguito dall'inquinamento delle acque (54%). Più di un italiano su due è interessato al tema della sostenibilità e un italiano su tre (32%) sostiene di conoscere bene l'argomento, un dato che dal 2018 al 2019 è cresciuto del 10%. La sostenibilità è una moda per quattro italiani su dieci (41 %), un tema sentito per il 47%.