Come la plastica contribuisce ad affrontare la pandemia

Oggi, la pandemia di Covid-19 sta sconvolgendo profondamente non solo l'economia mondiale ma l'intera società globale e l’impatto del coronavirus richiede azioni immediate che avranno conseguenze a medio e lungo termine. In questo scenario drammatico ma realistico allo stesso tempo, EuPC, l’associazione europea dei trasformatori di materie plastiche, richiama l’attenzione su come gli imballaggi e i prodotti in plastica stiano risultando fondamentali in tutto il mondo per affrontare l’emergenza che da sanitaria si sta appunto trasformando rapidamente in economica e sociale. A cominciare dai dispositivi medicali e di protezione individuale, che rappresentano i primi e più immediati esempi dell’importanze delle materie plastiche in periodi di estrema difficoltà come quello attuale. Ma anche uno sguardo più attento rivela che molte altre applicazioni stanno dando importanti contributi all’attuazione di misure sanitarie ed economiche di crisi.

 

In questi giorni sono molte le testimonianze di aziende che convertono la propria produzione per realizzare varie applicazioni divenute in poco tempo e inaspettatamente beni di prima necessità, a cominciare dai dispositivi di protezione individuale o medicali, adattando le proprie macchine e linee produttive generalmente destinate ad altri manufatti. Dai pavimenti alle superfici con proprietà antibatteriche negli ospedali agli imballaggi di saponi, disinfettanti, medicinali e alimenti, fino ai guanti e alle mascherine sanitarie, la plastica si sta rivelando indispensabile e il materiale più idoneo a garantire inalterati nel tempo gli elevati standard di igiene e pulizia necessari per combattere la pandemia a livello individuale e collettivo.

 

L'industria europea della trasformazione delle materie plastiche, composta da 50 mila PMI sta impiegando, come tutte le altre, le sue forze per mitigare gli effetti di questa crisi senza precedenti. L'industria e le autorità stanno concentrando tutta la loro attenzione sulla gestione della crisi, in molti casi lasciando in sospeso attività non considerate essenziali, per occuparsi della salute e della sicurezza dei cittadini e fare ripartire tutto ciò che è stato colpito dalla crisi.

 

"Anche per questo motivo EuPC, in una lettera aperta di recente inviata alla Commissione Europea, ha sostenuto che l'attuazione della direttiva sulle materie plastiche monouso così come di qualsiasi iniziativa normativa a riguardo negli Stati membri dovrebbero essere sospese fino a quando la situazione in Europa non si sarà normalizzata. Al momento l'industria ha bisogno di stabilità per poter continuare tutti i suoi sforzi per combattere la pandemia ed evitare fallimenti e perdite di posti di lavoro", ha spiegato Alexandre Dangis (nella foto a sinistra), direttore generale di EuPC.

 

E l’associazione, nel rassicurare che l’industria della trasformazione di materie plastiche in Europa continuerà la sua transizione verso l'economia circolare istituzionalizzata nella Circular Plastics Alliance, ritiene anche che, durante questa crisi sanitaria, economica e sociale, sia necessario prendere in considerazione una certa flessibilità nel raggiungimento di alcune scadenze entro il 2025.